250.000 partecipanti festanti, solari, sorridenti, colorati, orgogliosi.
Sabato pomeriggio Milano ha vissuto il suo Pride più partecipato, con una travolgente ondata di persone che hanno invaso la città. A guidare il corteo il sindaco Beppe Sala, che per il 3° anno consecutivo non ha fatto mancare la sua partecipazione all’evento, salito sul palco per sottolineare come Milano fosse ‘ancora più bella, colorata e viva. È questa la città che vogliamo: un luogo in cui i diritti di tutti sono la base del nostro vivere insieme’.
Ospiti annunciati Jo Squillo, Drusilla Foer e Benji e Fede, con il tradizionale flashmob di Angelo Cruciani che ha chiuso ancora una volta il Pride, in Piazza Oberdan. Un mare di bandiere tricolore e arcobaleno hanno travolto Porta Venezia, attraverso un segnale potente, traduzione iconografica e immediata del manifesto di Milano Pride: un messaggio di appartenenza di diritto, civile, sociale, culturale, politica, di tutti quelli che vivono in un Paese, sotto la stessa bandiera.
Un flashmob simbolico ed emblematico, attraverso un’unica bandiera con da una parte il tricolore e dall’altra l’arcobaleno, stendardo e baluardo dei diritti di tutti, di ogni cittadino che sia bianco o di altri colori, residente o migrante, eterosessuale o alternativ-sessuale. Una mare di bandiere per celebrare un’Italia che fiorisce di colori sempre nuovi e che accoglie sotto il tricolore le pluri-sfaccettature dell’essere e dell’essere individuo.
Tante bandiere, infiniti colori, molteplici sfumature, poliedrici sfaccettature, un’unica identità globale.
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