Se la Lombardia dice no al patrocinio al Pride, la città di Milano spinge ancora di più sull’inclusione: nel mirino i turisti LGBT.
Secondo quanto riportato da Il Giornale, il Comune starebbe lavorando ad un portale ad hoc su tutto ciò che il capoluogo lombardo può offrire ai turisti LGBT: dai quartieri più friendly, ai locali, serate e ristoranti arcobaleno.
L’obiettivo è ovviamente quello di accrescere l’attrattiva che la città può avere su questa fetta di mercato, nel contesto più generale del rinascimento turistico milanese avviato da Expo. Non va dimenticato che proprio in questo senso la città si era candidata ad ospitare, poi vincendo, la convention mondiale dell’ILGTA, l’associazione internazionale del turismo gay e lesbico che arriverà a Milano nel 2020.
Ad anticipare l’iniziativa del Comune è stata Roberta Guaineri, assessora al Turismo: “L’offerta dedicata ai turisti gay in città è già molto ampia, ma la nostra comunicazione è ancora carente, non abbiamo un canale specifico ma intendiamo crearlo”. In particolare punta a rifarsi a Torino, identificata come un modello nel campo del turismo LGBT e che ha “una bellissima brochure sull’offerta gayfriendly”.
Critici gli esponenti di centrodestra: “A nessuno viene in mente di fare il club del turismo vegetariano o un sito sul turismo etero – ha ribattuto Luigi Amicone di Forza Italia – Queste iniziative favoriscono solo la formazione di un campo di concentramento culturale”.
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