Nuove modalità, nuovo studi e nuove speranze dietro la sperimentazione di un possibile vaccino contro il virus dell’HIV. Lo ha annunciato Moderna, una delle case farmaceutiche più famose nella battaglia contro il Covid-19.
E proprio il coronavirus ha dato l’idea ai ricercatori, che hanno deciso di tentare una nuova strada per combatte l’HIV, realizzando il primo vaccino del suo genere che utilizza l’RNA messaggero (mRNA), proprio come in quello realizzato per il Covid-19.
Parte la sperimentazione su 56 pazienti
I primi studi inizieranno nei prossimi giorni, esattamente il 19 agosto. Proseguiranno sicuramente per tutto il 2021 e il 2022, e i primi dati significativi si noteranno solo nel 2023. Alla ricerca parteciperanno 56 partecipanti che non hanno contratto l’HIV, di un’età compresa tra 18 e 56 anni. A loro verrà somministrata una o due forme di mRNA che dovrebbero dare l’impulso al corpo di formare le difese contro il virus dell’HIV.
Questo nuovo tentativo fornisce molte speranze, soprattutto dopo anni di studi e ricerche. Fino ad oggi, nelle ricerche veniva iniettato nel paziente il virus inattivo, sperando che il corpo reagisse studiando il nuovo “ospite indesiderato” e producendo gli anticorpi adatto. In realtà, c’era il rischio che l’infezione colpisse il paziente, con la possibilità di contagiare altre persone.
Il nuovo studio di Moderna basato sull’mRNA
Lo studio di Moderna utilizzerà l’mRNA-1644 e mRNA-1644v2. Entrambi dovrebbero produrre un picco proteico sulle loro superfici, simili a quelli creati dal virus dell’HIV quando infetta una cellula. Quando il corpo nota questi picchi, dovrebbe iniziare a produrre gli anticorpi per combatterli.
L’uso dell’mRNA ha anche un duplice scopo, ovvero la possibilità di modificare il vaccino più facilmente, per renderlo più resistente o forte contro un’infezione. Lo ha spiegato anche il dottor Rajesh Gandhi, medico di malattie infettive del Massachusetts General Hospital e presidente dell’HIV Medicine Association:
La piattaforma mRNA semplifica lo sviluppo di vaccini contro le varianti perché richiede solo un aggiornamento delle sequenze di codifica nell’mRNA che codificano per la variante.
Cosa importante, dato che l’HIV ha mutato in 16 varianti. Ovviamente, è sbagliato dire che tra due anni avremo un vaccino contro l’HIV, poiché Moderna sta ultimando la seconda fase dello studio solo ora. Sicuramente, però, è un buon passo in avanti.