Non crediamo sia stato un caso: l’ennesimo, ultimo, colpo di teatro di uno straordinario attore italiano, Paolo Poli, lo ha fatto morendo il giorno del Venerdì Santo.
Spesso definito enfant terrible del teatro italiano, geniale, irriverente, non ha mai fatto mistero della propria omosessualità, raccontando spesso gli amori, le avventure, la serenità con cui la sua condizione veniva vissuta in famiglia, dai genitori, papà carabiniere e mamma maestra. A questo proposito, si definiva più “aristocratico” che coraggioso:
“Aristocratico. Come Pasolini. Noi si andava da soli sul rogo, mentre i compagni di scuola, tutti sposati, li scoprivi alla stazione coi giovanotti”.
Avrebbe compiuto tra poco 86 anni. I funerali si terranno a Firenze in forma privata, in una data ancora da stabilire. “Scompare un grande della cultura”, ha dichiarato su Facebook il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Nel video lo vediamo in una delle sue più belle interviste, rilasciata nel 2011 a Daria Bignardi per “Le Invasioni Barbariche” proprio il giorno del Venerdì Santo. Recentemente, a Lettera 43, aveva parlato di omosessualità e di diritti civili.
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Riposa in pace Paolo, ricordo una cena con Guerrino a Piazza Cesarini-Sforza in Roma
Sono passati 40 anni .
pure gay it scrive gay dichiarato!!! ah ed eetro dichiarato quando lo scrivete per gli etero?
riposa in pace??? ci mancava pure lafrase della superstizone religiosa
luig c ma se è morto come puo’ riposare credi veramente ancora un dio?????????????????????
degnissima persona e grande professionista ma anche scontato stereotipo gay effeminato.
Non è il mio genere di artista ma è stato un grande personaggio del teatro leggero italiano
Nel caso di Paolo Poli la parola “dichiarato” ha un grande valore. Dichiarato in un periodo in cui il concetto di dichiararsi neanche esisteva. Chi oggi gode dei pochi vantaggi di una società che è cambiata dovrebbe immaginare di vivere nel contesto in cui lui ha vissuto la sua giovinezza e pensare se avrebbe avuto il coraggio e il grande carattere che ha dimostrato lui. Lui che è riuscito ad imporsi senza proclami ma anche senza nascondersi; imponendo il suo modo di fare arte che può piacere o no ma che è quello che lui voleva essere ed esprimere. Di fronte ad uno che ci ha lasciato ad 87 anni, che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza nel fascismo, che ha vissuto e ha fatto la sua carriera in Italia nel dopoguerra con tutto ciò che comporta, anche parlare di stereotipo è quanto meno superficiale. Perchè noi stiamo tutti più o meno comodi nel mondo di oggi. Rispetto.
che tristezza, venirlo a sapere oggi per altro….se ne andato in silenzio