“Non sapevo che checca significa gay. Sono ignorante”. Non è una puntata di “Quanto la scusa peggiora le cose”. È quello che Ezio Capuano, allenatore dell’Arezzo ha dichiarato a Repubblica, incredulo per il polverone suscitato dalle sue parole a commento della partita persa contro l’Alessandria qualche giorno fa. “Non voglio checche in campo” aveva dichiarato il coach, piuttosto innervosito per la sconfitta ad una radio locale.
“Sono basito, si è montato un caso sul nulla – ha dichiarato oggi a Repubblica -. Perdo una gara in contropiede al 93′ e con l’uomo in più, dico che in campo ci vogliono le palle e non le checche, e viene il finimondo”.
Già, il finimondo, perché conto le dichiarazioni di Capuano s’è schierata anche Arcigay, condannandole, naturalmente. “Un’esternazione a caldo a una radio, manco in conferenza – ha continuato -. Neanche lo sapevo che quella parola vuol dire gay! Giuro sui miei figli!”. Ma il meglio (o il peggio, se volete) arriva dopo. “Sono ignorante, ignorantissimo se volete, ma per me è solo un termine calcistico, indica un giocatore molle in mezzo al campo – spiega -. Quando Lippi sostiene che non si gioca con le signorine va tutto bene, ma cos’ho detto io di strano da essere attaccato a livello mondiale? Impazzisco. Non volevo offendere nessuno. Sono dispiaciuto, neanche devo scusarmi: si scusa chi commette un errore, mi dite io che errore ho fatto?”. Un caso più unico che raro di una persona che usa “checca” per indicare qualcuno non abbastanza virile da giocare come dovrebbe (e anche qui ci sarebbe parecchio da dire) e non sa che si tratta di un termine dispregiativo per indicare i gay. E dopo tutte le critiche che gli sono piovute addosso, ancora non capisce di cosa dovrebbe scusarsi. Del resto, un fondo di verità c’è: l’omofobia non ha origini se non nell’ignoranza. Ora, qualcuno si candida a spiegarglielo meglio? Magari a forza di ripeterglielo…
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