Novara Pride 2019 il 14 settembre: “50 anni di ‘69”

NovarArcobaleno ha ufficialmente abbandonato il Tavolo di consultazione LGBT voluto da Vincenzo Spadafora. Dure le motivazioni.

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Sabato 14 settembre 2019 Novara scenderà in strada per il suo atteso Pride, arrivato alla seconda edizione dopo i 3000 partecipanti del 2018. Una sfilata che celebrerà ovviamente i 50 anni del Moti di Stonewall di New York, quando la comunità LGBTQIA+ newyorkese, stufa dei soprusi della polizia e del clima politico, decise di reagire e ribellarsi, dando vita al primo movimento di liberazione della nostra comunità.

“50 anni di ‘69” lo slogan di questa edizione, portata avanti da NovarArcobaleno, associazione LGBTQIA+ laica, antifascista, apartitica e senza scopo di lucro che opera sul territorio di Novara e della Provincia. Come coorganizzatori troviamo l’A.Ge.D.O., mentre tra i collaboratori spiccano Emergency, Amnesty International, Sermais e Piemonte Pride. Per fare fronte alle spese di realizzazione è stata aperta una campagna online di raccolta fondi sul sito BuonaCausa.org, in cui ogni persona potrà donare la cifra che desidera per sostenere l’iniziativa. Tutto il ricavato andrà esclusivamente all’organizzazione della manifestazione.

Nell’attesa del Pride, anche NovarArcobaleno ha ufficialmente abbandonato il Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT istituito dal Sottosegretario Vincenzo Spadafora, lo scorso 22 ottobre 2018. Queste le motivazioni:

L’Associazione non si è mai negata la possibilità di dialogare con qualsiasi realtà abbia manifestato la volontà di farlo, rendendosi disponibile alla collaborazione nel rispetto e nel riconoscimento reciproci, con l’unico scopo di tutelare la dignità della comunità che da sempre rappresenta. Coerentemente a tutto ciò NovarArcobaleno, insieme ad altre associazioni, ha aderito al Tavolo di consultazione con grande entusiasmo. L’atteggiamento dimostrato dagli esponenti dell’attuale maggioranza, tuttavia, non ha favorito quel clima di costruttivo dialogo che l’Associazione, congiunta alle altre analoghe realtà della penisola, si sarebbe aspettata. Nel corso di questi ultimi mesi, infatti, la comunità “arcobaleno” è stata facile oggetto di dichiarazioni poco consone al Paese civile cui sentiva di appartenere e che pensava di avere impostato grazie alle conquiste degli ultimi anni.
In seguito alle precisazioni relative alla dicitura di “padre” e “madre” sui documenti dei minori, è stato tristemente constatato il pieno appoggio istituzionale (attraverso il sigillo della Presidenza del Consiglio dei Ministri) al Congresso Mondiale della Famiglia, organizzato a Verona verso la fine del mese di marzo, che gode della partecipazione di ospiti che invocano la pena di morte per le persone LGBTQIA+ e di numerosi esponenti internazionali in difesa dei valori della famiglia definita “naturale”. Arricchisce la crociata il disegno di legge relativo all’affido condiviso dei figli del senatore Simone Pillon.
Anche il DDL “Sicurezza” promosso dal Ministro dell’Interno presenta clausole che vanno inevitabilmente a ledere l’incolumità e la dignità di quanti fuggono da condizioni disumane e oppressive per omosessuali, bisessuali, transessuali e chiunque senta di appartenere alla comunità. Per ultimo è proprio di questi giorni un altro DDL del Senatore Pillon, il quale prevederebbe il divieto per i Comuni di trascrivere il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali e addirittura da 3 a 6 anni di reclusione e multe da 800 mila a un milione di euro per chi ricorre alla pratica della gestazione per altri all’estero.
Ci chiediamo quindi come si possa stringere un patto di alleanza, chiamato “contratto di governo” con personalità del genere e chiedere il nostro invischiamento in questo governo. Essendo quindi tali le condizioni che l’associazionismo italiano si trova costretto a fronteggiare, e non riscontrando possibilità di apertura nelle sedi dedicate al confronto, risulta eccessivamente difficile portare avanti un progetto funzionale e condiviso. E’ con sincero disappunto e delusione che NovarArcobaleno annuncia l’ufficiale abbandono del tavolo di consultazione permanente promosso dal Sottosegretario Spadafora.

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