Il day after del Napoli Pride è il momento della gioia ma anche della riflessione. L’occasione di quest’ultima è data dalla contestazione verso l’onorevole Paola Concia da parte di alcuni manifestanti. "Hai dialogato con Casa Pound, quindi sei una fascista e qua non puoi stare", è stato in sostanza il motivo che ha scatenato la protesta. Un’azione dimostrativa di poche persone, a dire la verità, pur sempre legittima ma che ha catalizzato l’attenzione dei presenti per il modo in cui è stata esercitata.
Solidarietà alla deputata del PD è dunque arrivata dal presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè, che in una nota ha detto come "nonostante i numeri del Gay Pride" esista però "una verifica sulla libertà: una sorta di riscontro su quello che si dice e che si pratica e sulla rivendicazione stessa della libertà che esige coerenza di comportamenti e lucidità. Ed è su questo riscontro che mi soffermo dichiarando la mia solidarietà a Paola Concia. Capita di essere contestati – ha proseguito Patanè -,e di per sè non sarebbe un dramma, perché la contestazione è misura della democrazia. Ma la differenza è data dalla modalità e dalle richieste. Non si può chiedere ad una persona di rinunciare al Pride! Non si può cercare ad intimidirla fino al punto da spingerla ad abbandonare una manifestazione libera che rivendica esattamente quello che ad una singola persona a quel punto viene negato:la libertà. Su certi episodi la nostra riflessione deve essere severa perchè il Movimento lgbt non può perdere di vista la sua massima peculiarità,ovvero il dovere/diritto di essere politicamente differente da pratiche escludenti e minatorie". Il suo abbandono "Sarebbe stata la sconfitta di tutto: della democrazia, della dignità delle persone e della libertà. La libertà è rispetto e non una clava da brandire per affermare che la propria è migliore di quella di un altro"
Parole dure quelle di Ivan Scalfarotto presente alla scena. I contestatori sono stati definiti dal vice presidente del PD "Fascisti, violenti e pure etero. A dirci cosa fare del nostro pride, a voler buttare Paola fuori da casa sua, da casa nostra".
Solidarietà anche dall’organizzazione del Torino Pride: "La violenza espressa oggi contro Anna Paola non è degna di cittadinanza di nessuna manifestazione democratica men che meno di un Pride Nazionale che è invece luogo di accoglienza delle diversità comprese quelle di idee. Alla amica Anna Paola va la solidarietà del Coordinamento Torino Pride".
Di violenza ha parlato anche la stessa Concia, che non ha ceduto alla richiesta dei contestatori e ha sfilato alla parata come previsto. Chi l’ha contestata "erano 10 intolleranti. Ma urlavano ed erano violenti. La violenza vince sempre su tutto. Ma la cosa che mi ha sconvolta di più sono stati gli occhi increduli di Ricarda", la compagna che in Germania, sua nazione di origine, è forse più abituata a vedere le contestazioni dei Gay Pride dirette verso gli omofobi, che non verso gli stessi gay e lesbiche.
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