Anche il 2017 è stato un anno da ricordare per il porno on line, come dimostrato dalle statistiche PornHub diffuse nelle ultime ore dopo le anticipazioni di novembre.
28,5 miliardi di visitatori nel corso dei 12 mesi passati, con una media di 81 milioni di utenti al giorno e ben 24,7 miliardi di ricerche, pari a 50.000 ricerche al minuto e 800 al secondo. Numeri che ribadiscono, casomai ce ne fosse il bisogno, la passione dell’utente medio nei confronti del porno sul web, spesso gratuito e facilmente reperibile.
L’Italia si è piazzata al nono posto tra i 20 Paesi al mondo che più amano PornHub, dietro l’Australia e davanti al Brasile, con Usa e Regno Unito che guidano con distacco questa curiosa classifica. Rocco Siffredi, idolo incontrastato del porno nostrano, troneggia tra le ricerche nazionali davanti a Sara Tommasi, con la categoria ‘masturbazione’ che ha ottenuto il 90% dei click in più rispetto a qualsiasi altro Paese. Boom nazionale per la categoria “Transgender”, con un sorprendente + 41%. Tra le ricerche worldwide più di moda in ambito gay spiccano ‘japanese’ e ‘korean’, mentre la categoria ‘black’ continua il suo dominio incontrastato sui ‘ragazzi eterosessuali’. William Seed, invece, è in assoluto il pornodivo più cliccato davanti a Johnny Rapid e Armond Rizzo.
Divertenti i dati relativi ai grandi eventi, sportivi, tv e/o musicali, in cui il traffico PornHub, puntualmente, cala. Meno 10% in tutta Europa durante l’ultimo Eurovision Song Contest vinto dal Portogallo, meno 5% negli Usa durante gli Oscar e meno 3% nel Bel Paese durante Miss Italia (con meno 14% durante la finale di Champions League). Sensibile la flessione nel numero dei contatti durante le Feste. -48% la notte di Capodanno, -21% il giorno di Ferragosto e crollo tra il 30% e il 21% il 24 e 25 dicembre. D’altronde siamo davvero tutti troppo impegnati con pandori e panettoni.
‘Milf’ e ‘lesbiche’ sono due tra i termini più ricercati al mondo, nonché le categorie più cliccate, con ‘lesbian’ assoluta primatista. Segno di una chiara attrazione tutta maschile nei confronti del sesso al femminile, puntualmente ribadita anche nel Bel Paese. Perché la discriminazione che guarda all’omofobia, quando si è davanti ad un pc con la patta aperta, si fa spesso e volentieri ipocrita eccitazione.
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