Ho 42 anni,e da circa un anno provo attrazione per una donna (mai successo prima). Lei ha 44 anni ed è un insegnante. Il tutto è nato con delle battute,ci siamo scambiate i numeri e basta. Lavorando nello stesso posto ci vedevamo tutti i santi giorni. Mi veniva a cercare in ogni dove: sguardi, sorrisi ma nessun contatto fisico. Mi ha raccontato cose della sua vita,cose anche pesanti. A Natale decisi di farle un regalo: un semplice libro e della cioccolata. Da lì lei ha iniziato a evitarmi, è diventata molto fredda con me. Quando le ho chiesto spiegazioni mi ha detto che sono opprimente, che deve imparare a mettere i paletti, che non è abituata sempre a rispondere a messaggi ecc. Io per motivi personali sono mancata dal lavoro e non l’ho più vista, fino a giovedì 14 settembre quando l’ho rivista e mi ha salutata. Lei purtroppo ha problemi con la depressione e sbalzi di umore, ma me piace nonostante tutto. Vorrei mandarle un semplice messaggio ma ho paura perché non so come potrà reagire,e non so se ha ancora il mio numero. Cosa devo fare? La mia psicologa dice di non scrivere per non creare “malessere”, ma a me manca. Vorrei tanto un consiglio e mi sento così inutile.
Prima di tutto, è molto bello aver scoperto tutto questo a 42 anni, sia per te sia per chi sta leggendo: è la conferma che abbiamo un futuro davanti a noi ancora non vissuto, pieno di punti di svolta imprevedibili, senza sedimentarci nell’unica versione di noi stessə che conosciamo. È una consapevolezza che ci stimola a navigare un futuro incerto con più entusiasmo e meno paura.
Purtroppo, questo non significa che il cuore smetterà di spezzarsi. Al contrario, tocca ricomporlo ogni giorno con colla vinilica e più tatto di prima.
Perché se è importante (ri)scoprirsi attraverso l’altro, a me aiuta anche ricordare che l’altro è una persona completamente a sé stante da me. Posso proiettare su di lui o lei tutte le mie speranze, aspettative, e desideri, ma quella persona porta con sé un involucro separato dal mio. Pensare di poter controllare o prevedere le sue reazioni è solo un’illusione di controllo che mi sono messo in testa, nella speranza di farmi meno male in questo stato di incertezza. L’unico controllo che hai è su te stessa, con la possibilità di trarre il meglio da questa situazione.
Ti ha detto che sei opprimente, ma di preciso opprimente rispetto a cosa? Perché quello che potrebbe essere opprimente per lei, per qualcun altro potrebbe risultare più che sufficiente, o magari nemmeno abbastanza.
Non ti dico che va bene tartassare di messaggi una persona fino a far esplodere lo smartphone, ma penso anche che accusare qualcuno di essere ‘troppo’ in generale, alimenta una narrazione dove più che migliorare le nostre capacità comunicative, ci sentiamo solo più sbagliatə e inadeguatə. Ti è concesso condividere come stai, cosa provi, cosa ti ha ferito sempre nel pieno rispetto di quello che questa persona sta vivendo a sua volta (quindi con la consapevolezza che potrebbe anche non ricambiarti o essere pronta ad accoglierlo).
So che è estremamente difficile, e spesso quello che sentiamo non segue una logica chiara e precisa, e ci piacciono persone per motivi che non comprendiamo nemmeno noi. Ma se ogni persona è un involucro a sé e la realtà è imprevedibile, possiamo almeno provare a capire cosa lasciarci alle spalle e cosa portare con noi in questo futuro incerto.
Prova a chiederti: cosa ti piace di questa persona? Quali caratteristiche ti hanno colpito di più? E al contempo, cosa ti ha ferito? Quali emozioni vorresti condividere che questo rapporto ti costringe a contenere? In una futura relazione, ti piacerebbe avere paura a mandare un messaggio per paura della reazione dell’altro? O vorresti sentirti libera di comunicare quello che senti senza giudizio e accoglienza reciproca? Ti manca davvero quella persona o quello che sentivi in sua compagnia?
Stiamo calmə ora, non possiamo rispondere a tutto in una giornata. Ma quella curiosità e quell’entusiasmo di scoprirsi attraverso l’altrə, non vanno congelate solo perché l’altrə sceglie di non accoglierle. Prova ad ascoltarle, validarle, e riconoscere dove farle respirare meglio, senza temere troppo la reazione altrui. E soprattutto, vanne fiera.
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