Principi azzurri e bononi

Da anni ci domandiamo se esista il principe azzurro, dove sia e quando si deciderà a raggiungerci. Nell’attesa, potremmo chiederci intanto chi e cosa gli piacerà…

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Un lettore qualche mese fa inzeppò la mia mail di suggerimenti per questa rubrica. Io, sia beninteso, ne fui più che felice, nonostante poi non ne abbia usati che un paio, visto che ritenevo in tutta superbia, di riuscire a gestire l’argomento anche da solo.

Ora non verrò certo a confessarvi che sono giunto a raschiare il fondo del barile e che di idee originali non me ne vengono nemmeno ad ammazzarmi. Nossignori! Mi limiterò a mentirvi, dicendo che per caso mi sono imbattuto in quella vecchia mail e distrattamente mi è caduto l’occhio sul seguente paragrafo:

“Cosa vuole il principe azzurro? Il tipo bono, muscoloso, con bel viso, macho, ecc., chi cerca? Quasi tutti cercano uno così, ma chi è così cosa cerca? Solo un suo simile? Uno del tutto diverso da lui? O si accontenta del primo che capita pur di sfogarsi? Non è che a volte, a furia di essere superselettivi, anche il bono di turno si ritrova solo soletto?”

Effettivamente l’interrogativo impone una riflessione: quel tipo di ragazzo che in genere piace (quasi) a tutti, che tutti fissano, che qualcuno abbandona subito per non sfasciarsi la testa ma per cui altri sono disposti davvero a fare follie, insomma il classico ‘bonone’ dietro a chi andrà? E, laddove non si abbasserebbe mai ad andare dietro a qualcuno – ammesso che dei bononi si possa fare tutto un fascio, dopo averli insultati coi più trivi luoghi comuni (sono stupidi, pieni solo della propria immagine, buoni al massimo per una scopata, ecc.) – quale potrebbe essere un’efficace strategia di acchiappo?

Woody Allen in un suo film riprendeva una vecchia idea letteraria: spiava le confessioni fatte all’analista da una donna decisamente fuori dalla sua portata. Fingeva poi di incontrarla per caso e di essere esattamente quel tipo di uomo che lei aveva sempre sognato. Non fisicamente, ovvio, ma per sensibilità, attenzioni, interessi.

Nel nostro caso ci troviamo però di fronte comunque a dei maschietti, con ormoni a mille (o nella peggiore delle ipotesi a cinquecento), che hanno magari costruito faticosamente il proprio L’interrogativo impone una riflessione: quel tipo di ragazzo che in genere piace a tutti, insomma il classico ‘bonone’’dietro a chi andrà?corpo per anni, per somigliare a quello che a loro piace (e quindi che cercano) o per piacere al mondo prima ancora che a se stessi.

Pur avendo un’amplissima scelta, nulla li esenta dal prendere fregature e cadere anche loro vittime dei più furbi. Ma con un po’ di prudenza possono, più facilmente degli altri, ottenere ciò che vogliono, finendo per realizzare il matrimonio ideale o sfogando i loro istinti di continuo con il meglio che offre il mercato, dedicandosi a una sessualità multiforme e realizzando fantasie erotiche che ai semplici mortali sono precluse perfino nel pensiero.

Oppure, smentendo quanti li vogliono dediti solamente ai piaceri del corpo, possono fare una scelta spirituale, lasciandosi accalappiare dall’uomo più ricco sulla piazza o da quello che potrebbe dare una svolta alle loro carriere: un produttore, un regista, un discografico, un ministro.

Simili questioni mi toccano nel profondo, al punto che sarei disposto a ritrovarmi ricco sfondato e potente da far schifo solo per togliermi questa curiosità. Cominciando magari con i ragazzi di una nota pubblicità di costumi da bagno.

Da sempre pubblicità e copertine sono sexy, si sa, e ormai io non ci faccio più caso. O meglio, non ci facevo caso, perché con quei ragazzi lì qualcosa in me è cambiato, la mia ricerca dell’assoluto ha vissuto una seconda giovinezza e tanti interrogativi si sono insediati in pianta stabile: come mai quei modelli mi piacciono tutti (e con tutti intendo proprio tutti e proprio tanto)? Come sono nella vita reale? Cosa cercano? Cosa posso fare per averli (tutti)?

Delle due l’una: o si tratta di un complotto contro di me, oppure dietro questa coincidenza si nasconde un genio. Magari un furbacchione spiantato che ha trovato il modo di avere a che fare coi ‘bononi’. Chissà se almeno lui ha capito cosa vogliono…

Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.

Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.

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di Flavio Mazzini

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