Quando anche l’erezione diventa precaria

Sempre nuovi prodotti vengono creati per sopperire ad erezioni instabili o permettere prestazioni memorabili. Certe varianti però, più che utili, risultano a volte grottesche.

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Non vorrei cominciare parlando male di Facebook, per non sembrare il solito snob che deve andare per forza controcorrente. Ammetto anzi che questa ‘droga’ del nostro tempo mi è stata utile per far conoscere alcune mie attività a persone di cui da tempo non avevo più notizie, oltre che per scoprire che fine avevano fatto, scambiare due parole e finire in mezzo all’immancabile cena di classe a vent’anni dal diploma.

Esaurita però l’onda emotiva dei ricordi, ritrovata qualche fotografia i cui originali in mio possesso avevo smarrito da tempo, acquietatasi l’euforia di saperci tutti vivi e in qualche modo in buona salute, poco è rimasto da indagare. Preziosissimo per ‘ritrovare’, Facebook non è però altrettanto adatto per ‘trovare’, almeno non per me, poco interessato a ficcanasare nelle vite degli altri o a stringere amicizie nuove, e capace di rimorchiare con maggiore facilità su altri siti. Per non parlare dei falsi quiz di intelligenza che Facebook ospita e che mirano solo a succhiare crediti telefonici in cambio di truffaldini abbonamenti a giochi e suonerie.

In mezzo a questi mi è capitato però di imbattermi anche in una pubblicità di altro genere, sempre di grana grossa ma che promuoveva qualcosa di più inerente la rubrica che (indegnamente) curo. Non la hit del momento ma, in un certo senso, un vero e proprio evergreen, ossia un prodotto per stimolare l’erezione, variante sexy e un po’ cialtrona degli ormai noti Viagra, Cialis e affini. Si tratta di un gel stimolante erettile, prodotto forse in circolazione da tempo e ad alcuni di voi già noto, ma di cui io ignoravo l’esistenza.

Ciò che mi ha più incuriosito non è il fatto che qualcuno ne possa far uso e possa ritenersene soddisfatto: non è il primo prodotto del genere, anche se si tratta di un gel anziché di una pastiglia da ingurgitare. Inoltre io non moraleggio sulle prestazioni ‘da professionista’ che simili stimolanti riescono a garantire. Ognuno ha il diritto a compensare laddove è carente e perfino a strafare, se può ricevere qualche soddisfazione. Io stesso ho usato il Viagra, non solo in casi di emergenza del tutto antierotici, ma anche quando per farmi bello di fronte a ‘prede invitanti’. Piccole debolezze, molto umane. L’importante, come sempre, è non eccedere.

Quello che mi ha sorpreso invece di questa variante ‘spalmabile’ sono le sue versioni aromatizzate, per la precisione ai gusti di: cioccolato, banana, fragola, vaniglia, menta, caffè e cocco. Un assemblaggio che richiama quei carrettini di gelati che percorrono instancabili certi nostri litorali,  per la felicità di grandi e piccini. Pochi sapori rispetto ai trionfi delle gelaterie assediate la notte, ma abbastanza per un momento di dolcezza sotto il cocente sole estivo. E che qualcuno deve aver giudicato sufficienti anche per i rapporti orali.

Il punto però non è la varietà di scelta ma a cosa serva ‘aromatizzare’ mentre si vuole ottenere una più consistente erezione. Forse perché la variante insapore può rendere la fellatio umida e appiccicaticcia? O forse solo per copiare le varietà già in commercio di profilattici? In quel caso però il sapore serve ad attutire il nauseante lattice quando, per maggiore sicurezza, si vuole procedere ad un’operazione da molti praticata a pelle nuda, ma priva dell’immunità assoluta.

Ecco perché il gel erettile aromatizzato rimane un oggetto misterioso: a che pro farne uso se, prima o dopo, comunque bisogna ricorrere a un profilattico? Perché rimanere con la bocca dolciastra e impiastricciata? Sarò all’antica ma, se devo proprio impegnarmi in un rapporto orale non protetto, fatte salve le basilari regole igieniche, continuo a preferire che almeno sia naturale e conservi il proprio aroma, piuttosto che sapere di menta o di caffè. O tantomeno di cocco.

Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.

Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.

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di Flavio Mazzini

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