Il nuovo album di Troye Sivan è alle porte: ce l’ha anticipato tra festini sfrenati, video in déshabillé, e qualche polemica.
Ma questo venerdì Something To Give Each Other approderà ovunque. Una celebrazione della libertà queer, della gioia di trovarsi con la propria chosen family, del sesso e delle relazioni che ci formano e cambiano.
Una maturazione all’alba dei suoi 28 anni, ma che Sivan coltiva sin dagli esordi: il 7 Agosto 2013 era solo un quindicenne che faceva coming out su YouTube e da lì in poi davanti tutto il mondo.
Ma se oggi lo vediamo così sicuro di sé e della propria sessualità, la crescita di Sivan è stata scandite da più tappe e incontri. Su tutti quello con l’attore Ian McKellen.
In un’intervista con GQ, il cantante ricorda di aver quasi fatto coming out proprio con McKellen sul set di Waiting for Godot nel 2010, vedendo nell’attore quasi un punto di riferimento dentro il caotico mondo dello spettacolo.
“Non avevo ancora fatto coming out con i miei genitori all’epoca, ma qualche modo sembrava lui l’avesse notato” confida il cantante “Volevo parlarne così tanto insieme a qualcuno, e lui era tanto gentile”.
McKellen ha fatto coming out come gay nel 1988, in opposizione alla politica di Margaret Thatcher che all’epoca voleva criminalizzare la ‘promozione dell’omosessualità’. Sin d’allora, l’attore è stato un aperto sostenitore dei diritti LGBTQIA+, passando dall’essere l’unico ragazzo gay del paese a dichiarare che il coming out ha migliorato la sua vita in meglio.
Alla fine Sivan non ha fatto coming out con McKellen, ed è diventato anche lui un’icona LBTQIA+ nell’industria. Ma nell’intervista, il cantante ha dichiarato che quella posizione è puro privilegio, e non è così per chiunque: “Non devo preoccuparmi di nulla. Non devo pensare di essere ucciso perché sono gay. La mia famiglia mi ha completamente supportato sin dall’inizio, anche i miei amici, la mia etichetta discografica. Posso contare su questa fondazione che mi rende impavido”.
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