Renato Zero, fresco 70enne, ha voluto pubblicamente applaudire quanto detto dal Papa nei confronti delle unioni LGBT. Nel lancio del secondo capitolo di Zerosettanta, trilogia discografica in uscita nell’arco di tre mesi, Zero ha sottolineato come non si possa “non essere d’accordo con l’apertura del Papa alle unioni delle coppie gay. Non voglio che accada più per nessuno, come è successo a me, che ti vengano fatte le risonanze magnetiche per capire che cosa hai nelle mutande”.
D’altronde Renato, icona queer anni ’70, non ha mai fatto coming out. Anzi, negli ultimi decenni si è spesso lasciato andare a dichiarazioni a dir poco discutibili sulla comunità LGBT e sull’opportunità di dichiararsi, come quella venuta a galla oggi, quando Zero ha sottolineato come ci sia “bisogno di grande rispetto verso queste persone e verso noi stessi, che da sempre con la sua musica e la sua arte si è fatto portabandiera della libertà di espressione”.
Quel “queste persone” rivolto proprio alle persone LGBT, neanche a dirlo, ha già scatenato non poche polemiche social. “Dobbiamo essere in grado di comprendere che il mondo si modifica continuamente e le esigenze dell’umanità si differenziano. Non possiamo dare per scontato nulla e anzi dobbiamo essere sempre comprensivi e tolleranti con tutti”, ha continuato il cantante facendo poi riferimento all’emergenza Covid-19, come riportato dall’Ansa, rivolgendosi direttamente ai propri colleghi “che patiscono meno questo blocco dovuto alla pandemia, per superare questo guado: bisognerebbe autotassarci, elargire una percentuale sugli incassi a copertura di certe sofferenze”.
Chi dice che la cultura non dà da mangiare è uno stronzo e forse neanche un buon italiano. Ci vuole il piatto di pasta, ma anche poesia, musica, pittura, arte che sono cibo dell’anima.
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A parte il fatto che il papa non ha fatto nessuna apertura, ha solo espresso un parere personale che fino a che non viene messo nero su bianco su un documento ufficiale vale meno di nulla, del rispetto richiesto da Renato zero per QUESTE PERSONE, come se lui non ne facesse parte, come se fosse qualcosa che non lo riguarda affatto, ne facciamo volentieri a meno.