Salvini Costanzo Show, attacco alle famiglie arcobaleno e al DDL Zan nell’uno contro nessuno – VIDEO

Ennesimo teatrino televisivo con assenza di reale contraddittorio per Matteo Salvini, che ha chiesto di non passare "per omofobo o retrogrado".

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3 min. di lettura

Salvini Costanzo Show, attacco alle famiglie arcobaleno e al DDL Zan nell'uno contro nessuno - VIDEO - MCS SALVINI E PARIETTI - Gay.it

Un paio di settimane fa Maurizio Costanzo promise uno ‘scontro’ tv tra Alessandro Zan, deputato Pd, e Andrea Ostellari, senatore leghista che da settimane tiene in ostaggio il DDL Zan in commissione giustizia. Calato il silenzio sull’annunciato dibattito con Zan finalmente in studio, il Maurizio Costanzo Show ha riportato in onda i suoi ‘uno contro tutti’, un mese dopo il triste teatrino di Giorgia Meloni, che diffuse ad ampio raggio menzogne facilmente attaccabili sulla legge contro l’omotransfobia.

Ospite di puntata, Matteo Salvini. I ‘tutti’ contro di lui? Il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo, Maria Giovanna Maglie, Annalisa Chirico, Alba Parietti, Giampiero Mughini, Piero Sansonetti de Il Riformista, Claudia Fusani e Hoara Borselli. Persino Tommaso Zorzi, dopo i silenzi e i sorrisi al cospetto di Meloni, ha preferito defilarsi, presenziando solo alla 2a parte della puntata.

Un altro, l’ennesimo teatrino costruito ad hoc per il leader leghista, già calatosi nei panni di vittima della giustizia italiana causa rinvio a giudizio per il caso Open Arms, con ennesimo attacco sconsiderato al DDL Zan e alle famiglie arcobaleno. Senza neanche alcuna domanda specifica sul tema, Salvini è infatti partito all’attacco.

Ci sono alcuni temi in cui mi dà più fastidio questa criminalizzazione. Per me uno può fare l’amore con chi vuole, dormire con chi vuole, passare la sua vita con chi vuole. A me non interessa se sei eterosessuale, omosessuale, transgender, non mi interessa, della tua vita privata fai quello che vuoi. E se uno insulta, discrimina, aggredisce, vai in galera come il codice penale già prevede. Perché discriminare in base al colore della pelle o ai gusti sessuali è da trogloditi, nel 2021.

Silenzio in studio, nessun contraddittorio reale, applausi tra il pubblico, con il sottotesto tutt’altro che casuale di un DDL eventualmente inutile, perché “la legge c’è già”, lanciato sul palco. Ma così non è, come Salvini ben sa. Perché se è vero che oggi come oggi un giudice può applicare le aggravanti per futili motivi ad un’aggressione contro una persona LGBT previste nell’articolo 61 del codice penale, è ancor più vero che non è obbligato a farlo, come nel caso di un’aggressione ad un ragazzo di colore. Può, non deve, che fa tutta la differenza del mondo. Con l’approvazione del DDL Zan, invece, il giudice sarebbe obbligato a tenere conto dell’intenzione discriminatoria che ha ’ispirato’ la violenza verso una persona in quanto omosessuale. Ma Salvini ha proseguito, attaccando per l’ennesima volta le famiglie arcobaleno.

Questo però non può impedire a me, papà di 48 anni, di ritenere che un bimbo abbia bisogno di una mamma e di un papà e che l’utero in affitto e gli ovuli, i bambini in vendita siano un abominio e una follia. Senza passare per omofobo o retrogrado. Ognuno ama chi vuole ma con i bimbi e con le donne non si gioca, perché i bimbi non li vai a comprare al supermercato. Dire questo penso sia un sacrosanto diritto. Ma può farmi impressione l’idea di una donna che per necessità economica presta la sua pancia, il suo utero, per soddisfare qualche altro adulto? Vorrei che la donna non fosse in vendita.

La GPA in Italia è già reato e non ha niente a che vedere con il DDL Zan attualmente tenuto in ostaggio al Senato. DDL che se dovesse essere approvato autorizzerà comunque Salvini e tutti i suoi compagni ad esprimere il proprio dissenso, senza andare incontro a chissà quali sanzioni. Affermare il contrario significa mentire, con la consapevolezza di farlo. Nel corso di tutto questo sproloquio nessuna voce si è levata, tra i presenti, per contrastare il leader leghista, se non quella di Claudia Fusani che sul finire ha replicato con “si chiama libero arbitrio“, in relazione alla GPA. L’operazione simpatia, che in casa Mediaset Salvini conosce assai bene, si è conclusa con l’ex ministro dell’interno cantante, sulle note di “L’Isola che non c’è“, di Edoardo Bennato. Peccato che a non esserci stato, in questo caso, è il senso pudore.

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Stefano Lani 22.4.21 - 22:04

E infatti a forza delle solite pippe sembra essere tra le nuvole, ma perché non la canta su Twitter... ma fare una legge per regolare lo sfruttamento dell' utero, piuttosto che bandire a priori una possibilità no? Chiamalo DDL Salvini ci guadagni in visibilità. Un po' come la storia di ieri sui bagni della scuola. Salvini sarebbe stata la preside e avrebbe messo il ticket piuttosto che fare qualcosa a riguardo, e avrebbe creato un team che sarebbe andato contro i ragazzi che invece,dando un grande esempio, si sono messi a fianco del proprio compagno... Brava Giovanna Brava! Il prossimo spot della sarxtxga e' tutto tuo!

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