Per chi ancora non lo sapesse sulla rivista G&L (per maggiori informazioni cliccate su www.gel-online.com) da qualche mese sono presenti le striscie di Capitan Gel, il primo supereroe gay dichiarato made in Italy.
Può volare ed è invulnerabile grazie a un gel di sua invenzione, ma soprattutto è gay e tutti lo sanno.
In Italia il genere supereroistico non ha mai vantato una produzione in grande stile, poichè gli editori hanno sempre preferito importare massicciamente i supereroi statunitensi a partire dal secondo dopoguerra. A prima vista, quindi, Capitan Gel sembrerebbe essere davvero il primo vero supereroe gay made in Italy, ma le cose stanno proprio così? In realtà, andando a cercare con attenzione, possiamo trovare dei precedenti molto interessanti.
Sul “Corriere dei Piccoli” dei primi anni ottanta, per esempio, si svolse la saga di Zardo (scritta nientepopodimenochè da Tiziano Sclavi, che qualche anno dopo avrebbe dato vita a Dylan Dog). Gillo e il suo amico Zardo (di qualche anno più grande di lui) si imbattono in un gigantesco extratterestre (una specie di Hulk dalla pella bianca a pois blu) di nome Taon, che vuole conquistare la terra, e per farlo decide di scambiare il suo corpo con quello di Zardo… Col risultato di rendere Zardo una creatura temuta e odiata da tutti, fuorchè da Gillo che lo sostiene col suo affetto e che sceglie di accompagnarlo (a suo rischio e pericolo) nella sua ricerca di Taon. Ovviamente in questa serie l’omosessualità non era mai stata neppure nominata, tuttavia ciò che legava Gillo a Zardo poteva prestarsi a diverse chiavi di lettura e anche gli atteggiamenti affettuosi fra i due, col senno di poi, erano ricchi di sottointesi (e la storia era una metafora della paura del “diverso” perfettamente riuscita).
Circa un decennio dopo, fra le pagine della rivista “Fumo di china“, troviamo addirittura il primo supereroe gay “evidente” (una sorta di Boy George in calzamaglia) mai realizzato in Italia: Starpussy. Protagonista di sole due storie brevi (realizzate da Paolo Leandri nel 1992 e nel 1993), non ci è dato sapere se il suo autore volesse realizzare una semplice parodia del genere supereroistico o se avesse intenzioni più serie, tuttavia si è trattato sicuramente di un esperimento interessante. A nord di Alpha Centaury si trova la città-astronave di Progex City, sorvegliata dallo Space Super Heroes Syndacate, ovvero l’associazione che raccoglie i supereroi e le supereroine di Progex City. Fra una missione e l’altra, Starpussy è regolarmente preso di mira dai suoi colleghi in quanto “checca”: d’altra parte è pur vero che Starpussy indossa una tuta aderente da aerobica, che lancia scariche di energia grazie a smalti e rossetti fotonici e che si sposta grazie a una foto-bike volante anti-adipe… Tuttavia le sue missioni, per quanto difficili o demenziali, vengono sempre portate a termine con successo.
Per quanto incredibile possa sembrare, il nostro paese può vantare persino una supereroina lesbica: Bad Cat (nata nel 1988 per mano di Danilo Maramotti sulle pagine della defunta rivista “Corto Maltese”). Le vicende di Bad Cat (solo apparentemente un omaggio alle varie donne gatto dei comics americani), sono state sicuramente un prodotto atipico e interessante (anche solo perchè il lesbismo della protagonista non è mai stato pretestuoso o “esposto” in maniera gratuita). Elsa Schwarz è una giovane lesbica che lavora come assistente della giornalista Lorna Lighter nell’America di fine anni quaranta.
Bad Cat è il nome della protagonista di alcuni racconti pulp e, per salvare la vita a Lorna, Elsa indossa un costume da Bad Cat che si trova casualmente nelle vicinanze… Questo episodio da il via a una serie di avventure ricche di colpi di scena ed imprevisti, che porteranno Elsa/Bad Cat a fronteggiare scienziati pazzi, riti vodoo, piratesse cannibali e quant’altro, nella migliore tradizione pulp. In quella che forse è la sua avventura migliore Bad Cat andrà addirittura in Marocco per salvare la vita al suo più grande amore: una famosa scultrice che diventa una feroce pantera a contatto coi maschi!
Perchè certe idee non hanno avuto seguito? Forse perchè personaggi come questi solo ora troverebbero terreno fertile per avere un vero e proprio futuro editoriale, e non possiamo che augurarci che presto gli autori italiani abbiano occasione di cimentarsi di nuovo con simili idee, magari su riviste presenti in edicola come la neonata “Happy Boys“.
Staremo a vedere.
di Valeriano Elfodiluce
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