Dopo qualche slittamento di programmazione, ci dovremmo essere: è attesa per martedì 28 e mercoledì 29 novembre La signora delle camelie, la miniserie in due puntate, trasmessa da Canale 5. Il cast vede protagonisti la neoproduttrice (all’esordio con il film Melissa P.) Francesca Neri, già musa ispiratrice di Pedro Almodovar in Carne Tremula, e il non più naufrago Sergio Muniz che presto vedremo in costumi medievali nel film tv I Borgia.
La signora delle camelie è tratto dal romanzo omonimo di Alexandre Dumas figlio, un’opera letteraria simbolo del Romanticismo francese, alla quale hanno guardato con interesse il teatro, l’opera lirica, il cinema e ora anche la fiction televisiva. La prima trasposizione teatrale, di quattro anni successiva all’uscita del romanzo (1848), è quella dello stesso autore, con protagonista Sara Bernhardt. Ma la vera fortuna del soggetto la si deve soprattutto al melodramma di Giuseppe Verdi La traviata (libretto di Francesco Maria Piave). La traviata compone, assieme al Rigoletto e al Trovatore, la “trilogia popolare” del compositore. E proprio nella Milano risorgimentale è ambientata la miniserie Mediaset, girata da Lodovico Gasparini. Una produzione sfarzosa, costata sette milioni di euro, con oltre 600 costumi originali.
La storia racconta la passione travolgente fra Margherita Gauthier e Alfredo Germont (lei mantiene il nome che ha nel romanzo, lui prende quello dell’opera). Margherita, la cortigiana più in vista della Milano di metà Ottocento, è avvolta dal lusso dei salotti bene e prende spunto dalla figura realmente esistita di Marie Duplessis (vero nome Alphonsine Plessis), della quale si innamorò poco più che ventenne, Dumas. Una donna di mondo, amata da tutti ma mai innamorata, che fece invaghire anche il compositore Franz Liszt.
Alfredo è un giovane dell’alta borghesia, ostacolato nella sua relazione dal padre Giorgio che intende “salvare” la reputazione della famiglia e il buon nome della figlia, promessa sposa. I due innamorati subiranno il continuo frapporsi dell’ingombrante padre di Alfredo, finché Margherita non si sacrificherà, facendosi da parte.
Alfredo, dopo la fuga dell’amata, si distrarrà con Olimpia (Linda Batista, che pure rivedremo per I Borgia). Intanto Margherita, da tempo malata di tisi, si aggraverà ulteriormente. In punto di morte, potrà riabbracciare il suo Alfredo, nel frattempo informato dal padre sui reali motivi della separazione.
La signora delle camelie è un classico del dramma borghese ottocentesco, ripreso dal cinema in numerose versioni, come quelle del 1936 con Greta Garbo e del 1981 con Isabelle Huppert e Gian Maria Volonté nel ruolo del padre; e citato da altre pellicole di successo, su tutte, La signora senza camelie di Michelangelo Antonioni con Lucia Bosé e Pretty Woman con Julia Roberts. Senza dimenticare i film musicali La Traviata di Franco Zeffirelli (1982) e Moulin Rouge interpretato da Nicole Kidman e Ewan McGregor.
A teatro sono da ricordare la pièce recitata da Eleonora Duse, la messa in scena di Giuseppe Patroni Griffi del ’92 con protagonisti Lina Sastri e Luigi Lo Cascio e l’eccellente monologo di Lella Costa. Nella lirica il nome più altisonante è quello di Maria Callas, interprete della Traviata di Luchino Visconti nel 1955 diretta da Carlo Maria Giulini.
La protagonista della Traviata è un’icona anticonformista e antiborghese. La sua forza risiede nella capacità di superare ogni vincolo e ogni steccato perbenista per affermare con disperato pathos la superiorità dell’amore. Non a caso, sia Dumas sia Verdi furono all’epoca censurati. Il vero antagonista dell’opera non è tanto il barone corteggiatore di Margherita quanto il padre-padrone di Alfredo, cieco ai sentimenti del figlio, in grado solamente di tutelare la rispettabilità borghese della famiglia. Germont rappresenta l’ottusità e l’ipocrisia della società ottocentesca. Sembrerebbe anacronistico parlarne dopo 150 anni. Eppure, superati forse gli oscurantismi famigliari e sociali nelle relazioni eterosessuali, non si può ancora certo proclamare demodè la Traviata. Quanti omosessuali possono, in Italia, vivere liberamente i propri amori?
Insomma questa miniserie sembra promettere bene. D’altra parte l’alternativa è la Ventura con il galà dell’Isola. E poi, chi vuol perdersi il bacio record di 190 secondi fra la Neri e Muniz? Hanno superato persino Cary Grant e Ingrid Bergman in Notorius di Hitchcock.
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di Matteo Bandini
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