MILANO – Sold out già da più di un mese il concerto del 6 giugno 2003 di Björk all’Arena di Verona. Per accontentare le numerose richieste pervenute, gli organizzatori hanno deciso di aggiungere una seconda data, sabato 7 giugno. Lo show si preannuncia spettacolare e la cornice dell’Arena lo renderà ancora più emozionante.
La cantante islandese ha sempre prodotto musica molto particolare e si è da sempre distinta per la meticolosissima cura della sua immagine in tutte le sue produzioni e apparizioni pubbliche. Ha recentemente celebrato i suoi primi 25 anni di carriera pubblicando un album con il meglio del suo repertorio internazionale, cofanetti speciali, dischi live, un singolo, un documentario. Molto spesso accade, per la grande maggioranza degli artisti, che la pubblicazione di una raccolta di successi è un segnale che i loro lavori migliori potrebbero ormai appartenere al passato. Non è assolutamente il caso della vulcanica ed eclettica Björk.
“Dopo aver finito Vespertine” afferma, “ebbi la sensazione di aver completato qualcosa. Mi sentivo come se avessi raggiunto una mia ambizione e fossi riuscita a portare a termine qualcosa che avevo desiderato fare fin dall’infanzia. Ora mi sento come se avessi davanti un foglio bianco, un nuovo inizio, un’occasione per cominciare tutto daccapo. È come se fossi giunta ad un incrocio lungo il mio cammino e perciò è questo il momento giusto per pubblicare una selezione, o piuttosto una retrospettiva, delle mie canzoni e della mia storia fino a questo momento.”
La sua storia musicale è cominciata a Reykjavik, quando era ancora giovanissima. Cresciuta in una comune (non d’ispirazione “hippy”, ci tiene a precisare) dove la musica risuona dappertutto 24 ore al giorno, a cinque anni comincia a frequentare la scuola di musica, dove studierà flauto e pianoforte per dieci anni. Nel frattempo, a soli undici anni, incide un album con l’aiuto della madre e di alcuni amici. L’album, intitolato “Björk”, riscuote grande successo in Islanda, facendo di Björk una celebrità a livello nazionale, ma contiene un solo brano scritto da lei. “Mi sentivo molto in colpa”, ammette. “Mi ripromisi che non avrei mai più prestato il mio nome a un progetto che non fosse interamente mio.”
Negli anni successivi comincia a dare vita a varie band di ispirazione punk, fino al 1987 in cui fonda The Sugarbabes, gruppo che porterà la sua musica oltre i confini dell’Islanda e rivelerà al mondo le originali qualità di Björk, sia nel modo di cantare sia in quello di proporsi. Nel 1993 la cantante spicca il volo e si propone come solista con l’album “Debut” che vende oltre 2,5 milioni di copie in tutto il mondo ed è seguito nel 1995 da “Post”, un successo ancora più grande. La sua voglia di sperimentare e di stupire non si ferma e nel 1997 esce “Homogenic”, un album ancora più audace.
Contraria ai dettami del mercato discografico, Björk è un’artista che non ha mai accettato limitazioni alla sua libertà artistica ed espressiva, anche a costo di essere esposta a feroci critiche come è successo nel suo doppio ruolo di autrice della colonna sonora ed attrice del film “Dancer in the Dark”. Anche per “Vespertine” ha saputo individuare gli artisti più all’avanguardia del momento e dar vita ad originalissime collaborazioni, i ritmi del duo Matmos contrapposti a sonorità acustiche di arpa e clavicembalo.
Dell’ultimo tour, che ha portato l’artista nei teatri più prestigiosi del mondo (in Italia al Regio di Parma e all’Opera di Roma), accompagnata dalla Novecento Orchestra (54 elementi) il duo elettronico Matmos e l’arpista Zena Parkins, è stato pubblicato anche un Dvd. Nessuna anticipazione al momento sui concerti di Verona. Assolutamente da non perdere.
di Francesco Belais
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