Mara Sattei nel nuovo singolo “Tempo” campiona le t.A.T.u. che si finsero lesbiche: ma che fine hanno fatto?

La popstar italiana riporta a galla il duo russo che fece scalpore nei primi anni Duemila. Ecco che cosa ne è stato di Julia e Lena dopo il clamore iniziale.

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Mara Sattei nel nuovo singolo "Tempo" in uscita il 19 Aprile, campiona un vecchio successo dei primi 2000 delle t.A.t.U.
Mara Sattei nel nuovo singolo "Tempo" in uscita il 19 Aprile, campiona un vecchio successo dei primi 2000 delle t.A.t.U.
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La Generazione Alpha è pronta a (ri)scoprire un pezzone del 2002 come All the Things She Said delle t.A.T.u.? A impartire questa speciale lezione di musica pop di oltre vent’anni fa ci pensa Mara Sattei con il suo nuovo singolo Tempo. Il brano in uscita il 19 aprile campiona proprio la hit del duo russo formato da Lena Katina e Julia Volkova. Sattei ha pubblicato sui social un’anteprima del pezzo, prodotto da DONA e tahsup, e lo ha così descritto:

‘Tempo’ è un brano che racconta la frenesia che a volte la vita ci porta ad avere. Correre sempre senza sapere bene dove si sta andando è un qualcosa che accomuna tantissime persone negli ultimi anni. Con questa canzone voglio raccontare l’importanza del tempo, il valore che ha fermarsi dando priorità alla propria essenza, senza perdersi nella ricerca costante di qualcosa che non c’è.



Tutt’altra storia rispetto a quella raccontata da Lena e Julia, che scalarono le classifiche grazie all’operazione di marketing costruita dal manager (nonché ex psicologo) Ivan Šapovalov. Già, perché le due cantanti, allora nemmeno 18enni, riuscirono a superare i confini della fredda Russia – che era ben diversa, ahi noi, da quella di oggi – conquistando i mercati internazionali, anche in virtù della pruriginosa curiosità che si scatenò intorno al loro legame. Sul palco non mancavano di scambiarsi baci saffici che costarono loro diverse censure ma, al contempo, le portarono sulla bocca di tutti. E se fai musica pop, questo vuol dire fare strike. Peccato che fosse tutta una grande bufala, e le due assursero a icone queer ingiustamente. Ma che fine hanno fatto quelle ragazzine che, nel videoclip ufficiale della canzone, si lanciavano in effusioni sotto una pioggia battente?

Il bacio tra le t.A.t.U. Yulia e Lena
Il bacio tra le t.A.t.U. Yulia e Lena

Inizialmente per le t.A.T.u. le cose andarono piuttosto bene. All the Things She Said si rivelò un successo mondiale in grado di entrare persino al ventesimo posto della Billboard Hot 100, facendo del duo il primo gruppo russo a piazzarsi ai piani alti della classifica statunitense. Il brano venne promosso con numerose apparizioni nei principali programmi musicali. In Italia ricordiamo la performance al Festivalbar 2002 con tanto di bacio che fece balzare sulla sedia diverse associazioni le quali chiesero, invano, di non trasmettere su Italia 1 la puntata in questione. Quando però fu annunciata la partecipazione delle ragazze a Sanremo 2003 l’ondata di polemiche fu tale da indurre la cancellazione dell’ospitata.



All the Things She Said aprì la strada al primo disco in lingua inglese, 200 km/h in the Wrong Lane, ma i problemi per le t.A.T.u. arrivarono ben presto. Nel dicembre 2003, infatti, nel documentario per la tv russa Anatomy of t.A.T.u., le cantanti ammisero di non essere amanti, e che era stato il manager a imporre loro un’immagine lesbica. La rivelazione si ritorse contro di loro con un effetto boomerang e pochi mesi dopo si separarono da Šapovalov. Il ritorno sulle scene avvenne nel 2005 con l’album Dangerous and Moving che, sebbene non ottenne il riscontro del precedente lavoro, le riportò in classifica con il singolo All About Us.

Il sesto disco in studio (e terzo in inglese) uscì nel 2009, promosso diverso tempo prima da una copertina sull’edizione russa di Maxim che le vide giocare ancora una volta con un immaginario saffico. Fu l’ultimo atto del duo, che si prese una pausa per intraprendere carriere soliste: Julia ha inciso alcuni singoli fino al 2017 e ha partecipato ad alcuni progetti cinematografici, mentre Lena ha pubblicato 3 album (l’ultimo, Mono, è del 2019) ed è stata nel cast di diverse trasmissioni tv. Nel 2023 ha registrato un brano dal titolo Bella ciao, ma non c’entra nulla con il canto partigiano.



Se il 2011 vide le t.A.T.u. sciogliersi ufficialmente, negli anni le ragazze si sono riunite in diverse occasioni. Nel 2014, ad esempio, furono invitate ad esibirsi alle Olimpiadi invernali di Soči non senza polemiche, dal momento che l’anno prima in Russia era stata approvata una legge anti-gay: circostanza, questa, che faceva chiaramente a pugni con l’immagine nonostante tutto ancora queer del duo. Sempre nel 2014 una lite tra di loro sembrò chiudere per sempre la possibilità di lavorare insieme, eppure nel 2016 tornarono a calcare il palco in qualità di duo, benché Lena e Julia si tennero a debita distanza l’una dall’altra e non si guardarono nemmeno in faccia durante l’esibizione al venticinquennale del coro russo Neposedy.

Gli ultimi anni, invece, le hanno viste ricucire i rapporti. Ciò ha reso possibile una reunion a Minsk nel 2022 e, nel maggio 2023, allo stadio San Pietroburgo in occasione della Premier League russa. Fino a qui sembrerebbe la storia di tanti artisti pop che hanno segnato una stagione musicale per poi tornare piano piano nell’ombra. A macchiare il ricordo delle t.A.T.u. e di ciò che hanno comunque rappresentato (anche se era solo una trovata commerciale, nei primi anni 2000 vedere due ragazzine farsi portatrici di un messaggio di libertà piuttosto sfrontata non era cosa da poco) sono state invece alcune dichiarazioni di Julia.



Sebbene si fosse definita bisessuale in diverse interviste, Volkova – oggi irriconoscibile dopo una serie di interventi chirurgici – ha completamente perso la trebisonda nel 2014 quando, ospite di un game show ucraino, ha pronunciato parole omofobe spiegando che non avrebbe mai supportato un figlio omosessuale: “Un uomo non ha il diritto di essere fr***o”, perché creato da Dio per procreare, secondo lei. Diverso invece il discorso di una figlia lesbica: “Due ragazze insieme non è la stessa cosa di due uomini insieme. Mi sembra che le lesbiche siano esteticamente più belle da vedere”.

A mettere il carico da 90 il fatto che, nel 2021, l’artista abbia deciso di aderire al partito Russia Unita di Vladimir Putin, facendosi dunque apertamente supporter del regime omobitransfobico del presidente che ha equiparato le associazioni LGBTIAQ+ a soggetti terroristici.. Facciamo che la riponiamo nella polverosa soffitta dei ricordi e ci teniamo solo quel poco di buono che musicalmente ci ha donato con la sua collega?

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