“C’era una volta, negli Studi Mediaset in Roma, la storia di Claudio Sona e Alex Migliorini, i primi due tronisti gay di Uomini e Donne“.
Questo è l’incipit della favola del trono gay, andato in scena nel pomeriggio di Canale 5 per due stagioni consecutive – nel 2016/17 e 2017/18 -, appassionando milioni di italiani. Vero e proprio spartiacque nella storia della televisione italiana, prima di essere ingoiato dal buco nero del ghosting.
Una favola? Ebbene sì, tutta questa vicenda corre attraverso le emozioni tipiche di questo tipo di narrazione.
Nella storia del trono gay di Uomini e Donne, infatti, come in ogni favola che si rispetti, troviamo il cosiddetto starter nel quale vengono presentate le situazioni e i protagonisti, lo sviluppo della vicenda con annesse complicazioni e infine la conclusione, solitamente a lieto fine. Ma andiamo per gradi…
Trono Gay: Claudio Sona e Mario Serpa
È il 26 agosto 2016 quando per la prima volta gli italiani conoscono Claudio Sona, 29enne di Verona che nella vita è proprietario di un bar, che si presenta a Uomini e Donne alla ricerca dell’amore della sua vita. Una storia travagliata, come tutte le conoscenze che si rispettino, e che porta sul piccolo schermo le vicissitudini di due persone felicemente travolte dalla prima fase dell’innamoramento: baci, abbracci, carezze, discussioni, accese, litigi, ma anche gite fuori porta e così via.
Insomma, nulla di nuovo per il dating show del pomeriggio di Canale 5, che sin dal lontano 1996 è abituato a raccontare l’amore dei giovani italiani, in tutte le sue forme. C’è, però, una sostanziale novità: per la prima volta i protagonisti della “scelta” sono due uomini apertamente omosessuali. Una vera e propria svolta, non tanto per la redazione o per Maria De Filippi che in tanti programmi, come per esempio a C’è Posta per Te, hanno sempre dato spazio alle storie LGBTQI+, quanto per il pubblico e la società italiani.
Trono Gay: Alex Migliorini e Alessandro D’Amico
La storia si ripete, con il medesimo successo, l’anno successivo. È il 31 agosto 2017 quando il pubblico di Uomini e Donne conosce per la prima volta Alex Migliorini, un parrucchiere di 22 anni che proviene ancora una volta della provincia di Verona.
Un ragazzo introverso, a tratti persino insicuro, che appassiona i telespettatori per il suo percorso caratterizzato da pianti e risate al fianco del corteggiatore Alessandro D’Amico. Il filmato emozionale che riassume le loro esterne mostra petali di rose fluttuanti sui protagonisti, quindi il bacio di rito al saluto finale a Maria De Filippi, prima della vita insieme lontani dalle telecamere.
Come nelle migliori favole, entrambi i troni gay da subito alimentano il dibattito pubblico (e questo, di per sé, non è mai un male), provocando di fatto uno stravolgimento nelle vite dei protagonisti del dating show, che da un lato si ritrovano, forse loro malgrado, a rappresentare una comunità o quantomeno un’idea di amore omosessuale – come ci ha raccontato proprio Claudio Sona in una recente intervista a Gay.it – dall’altro, si trasformano in oggetto di sfogo dell’italiano medio, frustrato nel vedere due uomini che si baciano in tv.
Ma non finisce qui: a complicare la situazione ecco insinuarsi alcuni assidui telespettatori che, a pochi mesi dalla fine dei due rispettivi troni, segnalano crisi e possibili tradimenti tra Claudio Sona e Mario Serpa (la sua scelta) e Alex Migliorini e Alessandro D’Amico. Come in ogni storia d’amore, l’incanto va in frantumi, con un’aggravante non di poco conto: molti telespettatori sottolineano che i tradimenti delle coppie omo siano da ascriversi al fatto che si tratti di persone gay. Come se tra le coppie eterosessuali non ci fosse il tradimento. Potere omologante della tv.
La redazione di Uomini e Donne, e la stessa Maria De Filippi, hanno successivamente portato sul trono Andrea Nicole Conte, la prima tronista donna trans. Un ultimo tentativo che, però, è caduto presto nel dimenticatoio. Di un trono lesbico, composto da due donne che amano donne, neanche a parlarne.
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Uomini e Donne: che fine ha fatto il trono gay? E perché non c’è mai stato un trono lesbico?
Dunque, dov’è il lieto fine tipico delle favole? Non c’è. Il trono gay, infatti, da quel lontano 2017 non ha più visto la luce.
E il trono lesbico? Non ha mai abbandonato la soffitta, non se n’è mai parlato: chissà se qualcun* ha mai pensato di portarlo in scena.
Una scelta produttiva, legata semplicemente agli ascolti? Non diremmo: in termini di share le due storie del trono gay hanno premiato i percorsi dei protagonisti e suscitato dibattito, soprattutto sui social. Valore assolutamente non trascurabile ai giorni nostri. Dov’è dunque la verità su questo ghosting improvviso e prolungato? Non ci sono più uomini e donne disposti a mettersi in gioco sul trono gay? E perché non è mai esistito un trono lesbico?
Al momento non è dato saperlo, ma ciò che è certo è che, nonostante siano passati anni dal suo debutto in tv, il trono gay non c’è più e il trono lesbico non c’è mai stato. Ma perché?
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