Si chiama Monkeypox, ovvero Vaiolo delle Scimmie, e da giorni sta ‘allarmando’ l’Europa. Una ventina di casi sospetti in Portogallo, una decina in Spagna, quattro nel Regno Unito. Tutti riguarderebbero uomini omosessuali o bisessuali.
Ma partiamo dal principio. Il vaiolo delle scimmie ha un tasso di mortalità variabile dall’1% al 10%, il periodo di incubazione va dai 6 ai 21 giorni e tra i sintomi si denunciano eruzioni vescicolari “senza una causa spiegabile”, febbre superiore a 38,5 gradi, forti mal di testa, dolori muscolari e articolari e infiammazione dei linfonodi. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane.
L’Uksa (United Kingdom Security Agency) ha annunciato che sta lavorando per risalire velocemente alla “fonte di queste infezioni perché le prove suggeriscono che potrebbe esserci una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nella comunità, diffusa da uno stretto contatto”. L’invito fatto soprattutto a uomini gay e bisessuali è di “prestare attenzione a eventuali eruzioni cutanee o lesioni insolite e contattare un servizio di salute sessuale senza indugio”, come precisato dalla professoressa Susan Hopkins, consulente medico capo dell’Uksa.
Il vaiolo delle scimmie, così chiamato perché scoperto nelle scimmie da laboratorio nel 1958, è più comunemente diffuso tra gli animali selvatici, principalmente ratti o scoiattoli dell’Africa occidentale e centrale. Tra persone si può contrarre per via orale durante il contatto diretto prolungato, oppure tramite il contatto diretto con i liquidi organici di un infetto (saliva, sangue, sperma) o con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento. Le autorità spagnole e portoghesi hanno decretato l’allerta sanitaria nazionale, sottolineando comunque come sia una malattia rara. Nella notte il primo caso anche negli USA, con un uomo nel Massachusetts da poco tornato dal Canada.
Ma secondo quanto riportato da El País, gli esperti temono che il virus si stia rapidamente diffonfendo “in comunità tra gruppi di uomini che mantengono relazioni omosessuali”. Una sorta di “focolaio” all’interno della comunità. L’OMS non ha invece raccomandato “alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con la Nigeria o il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento“. Il primo caso accertato inglese riguarda un uomo tornato proprio dalla Nigeria.
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