Il governo di Sua Maestà avrebbe potuto porre il veto sul passo indietro di Bermuda che ha cancellato il matrimonio egualitario.
Ha fatto scalpore la decisione del parlamentino di Bermuda, isola britannica al largo della costa orientale degli Stati Uniti, di revocare l’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Il caso, primo al mondo nel suo genere, sarebbe potuto essere evitato dal governo britannico, che ora viene attaccato dalla comunità LGBT inglese. Solo in Slovenia esiste un precedente simile, con le nozze gay abolite attraverso un referendum.
A causa del suo status di territorio d’oltremare del Regno Unito infatti, l’esecutivo guidato da Theresa May avrebbe potuto porre il veto sulla ‘controriforma’, ma la premier si è limitata a dire, tramite il suo portavoce, di essere “Molto dispiaciuta”.
La scelta di non intervenire è stata presa da Boris Johnson, ministro degli Esteri, secondo cui “Non sarebbe stato appropriato”; il governo di Londra infatti non si intromette nel processo legislativo dell’isola dal 1968, anno in cui Bermuda si è dotata di una costituzione.
Diversi attivisti LGBT e alcuni esponenti dell’opposizione tuttavia hanno rimarcato come questa scelta costituisca un precedente pericoloso in termini di regressione dei diritti civili all’interno del Regno Unito e come indebolisca la capacità del governo inglese di fare pressione su paesi poco rispettosi dei diritti umani.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.