Franco Zeffirelli accusato di molestie sessuali dall’attore Johnathon Schaech

25 anni dopo aver girato Storia di una Capinera, il 48enne Johnathon Schaech ha accusato il 94enne Franco Zeffirelli di averlo molestato durante le riprese. La replica del figlio adottivo del regista.

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Storia di una denuncia che ha del clamoroso. Johnathon Schaech, 48enne attore americano 25 anni fa esordiente al cinema con Storia di una capinera di Franco Zeffirelli, ha denunciato pubblicamente di essere stato molestato dal regista fiorentino, oggi 94enne.

Una denuncia scritta di proprio pugno sulle pagine di People, da parte di Schaech, ex marito di Christina Applegate, Jana Kramer e attuale sposo di Julie Solomon. Recentemente visto in televisione in serie come Ray Donovan e Quantico, Johnathon sostiene di essere stato pesantemente corteggiato dal regista sul set della pellicola, da lui girata all’età di 22 anni, tanto da doversi barricare in camera al calar della notte.

Dopo più di sei audizioni mi portarono a Cinecittà e mi dissero che il ruolo era mio. Franco mi ripeteva che ero bello e meraviglioso, mi raccontava storie incredibili e quello che dovevo fare per essere un vero artista. All’epoca lui aveva settant’anni, io ne avevo 22 anni e pensavo di sapere esattamente chi fossi. Ma in realtà non sapevo nulla. Quando Franco portò me e gli altri attori a Roma, ci condusse in posti in cui nessuno poteva andare. Siamo stati nei luoghi più incredibili d’Italia e io mi sono sentito davvero fortunato, in quel momento. Però quando Franco beveva diventava molto aggressivo e violento. Non solo con me, ma anche con alcune attrici“. Capivo che voleva altro da me oltre che essere il suo primoattore”. “Una notte, credo fossimo in un hotel in Sicilia e la co-protagonista non era presente, mi ha detto che sarebbe venuto nella mia camera. Aveva la chiave. C’è stato un momento in cui gli ho detto: ‘No’, e lui mi ha risposto: ‘Dobbiamo.’ Ricordo che il suo alito puzzava di Scotch. C’è un momento in cui, anche se vieni ritenuto affascinante e sexy come attore, viene superata una linea e tutto cambia. Quando qualcuno supera quella linea, quando qualcuno ti perseguita, ti prende il panico. Ed è questo che ha fatto Franco. Ha superato quel confine e mi sono sentito come se avessi lasciato il mio corpo. Mi ha molestato nel mio letto. Ha messo le sue mani in posti che non avrei potuto nemmeno immaginare e ha fatto cose di cui non sono fiero. Ma non è colpa mia. I suoi pantaloni non si sono mai abbassati ma posso ancora vederlo mentre si toglie la cintura. Ha provato a fare del sesso orale con me. Mi ricordo solo di aver pensato: ‘Dio, per favore, no. Sto bene, sto bene.’ Non ho fatto niente. Me ne stavo semplicemente sdraiato sul letto. Mi sono sembrate quattro ore, ma probabilmente sono stati trenta secondi. Ero vulnerabile. Non ho urlato e gridato. Non l’ho fermato fisicamente e mi ci sono voluti 25 anni per capire il perché. C’è un momento quando qualcuno viene violato da un predatore in cui vi è una chiara forma di violenza che crea un trauma. Abbiamo una reazione che ci induce a lottare o a scappare. Le persone dicono di ‘lasciare i propri corpi’, ed è quello che ho fatto. Quando era chiaro che Franco non avrebbe ottenuto ciò che voleva quella notte, se ne è semplicemente andato. Non ha provato a toccarmi di nuovo. Gli ho detto di non avvicinarsi più a me. Non ne ho mai parlato. Il predatore che supera la linea crede che sia una cosa normale.”

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Una denuncia che ha del clamoroso presto rigettata da Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del regista che dalle pagine di Repubblica parla di “asserzioni sugli abusi non vere“, a suo dire legate ad una immotivata ‘vendetta’.

Il signor Schaech, che all’epoca aveva 23 anni, era stato scelto fra tanti candidati per il ruolo di Nino. I registi hanno stili diversi e quando hanno a che fare con attori senza esperienze, a volte, sono più esigenti e più pressanti”. “Mio padre diede al signor Schaech la sua prima chance nonostante Johnathon all’epoca soffrisse di una ostruzione alla gola che rendeva il suo parlare difficile. Per questa ragione, alla fine delle riprese, Zeffirelli decise di far doppiare il personaggio interpretato da Schaech da un attore inglese e la cosa lo mandò su tutte le furie. Quindi le accuse che oggi avanza il signor Johnathon Schaech hanno il sapore di un fumus persecutionis, ma anche di una vera e propria vendetta“.

Pippo, inoltre, fa sapere di aver mantenuto dei contatti Whatsapp con Shaech, nel corso degli anni, “senza che trapelasse traccia del suo disagio psicologico”. “Sono stupito che il signor Schaech abbia atteso così tanto tempo e scelto proprio questo momento per muovere le sue accuse, ora che il Maestro, a causa delle sue condizioni di salute, non può più difendersi. A parer mio, quindi, si tratta di una chiara vendetta nei confronti di Franco Zeffirelli, con la speranza di ottenere quella notorietà che all’inizio il signor Schaech pensava di ottenere, ma che la sua carriera di attore non gli ha mai procurato.

Storia di una capinera, tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Verga, vinse un Nastro e un David per i costumi di Piero Tosi. Sedici anni fa, nel 2002, l’ultimo film diretto da Zeffirelli: Callas Forever.

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