Uova e immondizia sul FVG Pride: la sfida dell’orgoglio LGBTQIA+ abbandonato dalle istituzioni

Un triste segno sulla celebrazione dell'orgoglio LGBTQIA+ nell’ambito di un FVG Pride già di per sé estremamente “sfortunato”

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Attimi di sconcerto durante il corteo del FVG Pride a Pordenone lo scorso 10 giugno, a causa di un incidente scioccante che ha gettato un’ombra sulla parata. Da una finestra di un condominio non identificato sono state lanciate uova e immondizia, un gesto deumanizzante, ma anche estremamente pericoloso per la sicurezza dei partecipanti.

I testimoni dell’evento hanno prontamente segnalato l’incidente e documentato gli avvenimenti tramite fotografie e video. Per fortuna non ci sono stat* ferit*, ma questa situazione ha lasciato un triste segno sulla celebrazione dell’orgoglio LGBTQIA+ nell’ambito di un Pride già di per sé estremamente “sfortunato”.

Le autorità competenti sono state informate dell’incidente e hanno promesso di condurre un’indagine approfondita per determinare le circostanze e individuare i responsabili.

Tuttavia, questo non è stato il primo ostacolo affrontato dal FVG Pride, come ci avevano già raccontato l* ragazz* del comitato organizzatore. Nonostante la manifestazione sia, di fatto, un evento regionale, il comitato organizzatore aveva richiesto il patrocinio di tutti i comuni del Friuli Venezia Giulia.

Il Sindaco Ciriani ha negato il patrocinio praticamente per primo e con orgoglio, e una volta ricevuta la richiesta ufficiale ha rifiutato di incontrare il comitato organizzatore nonostante i solleciti” aveva spiegato Clelia, una delle rappresentanti del FVG Pride.

Alessandro Ciriani aveva quindi dichiarato che la sua amministrazione non avrebbe concesso il patrocinio quando è stata annunciata la sede del Pride nel febbraio 2023, dichiarando:

Queste manifestazioni lasciano il tempo che trovano perché a Pordenone non esiste un clima di intolleranza e il mio problema non è di caratterizzare i diritti, ma di generalizzarli e vedranno che i diritti sono garantiti a tutti, Pordenone è una città perfetta da questo punto di vista e nessuno viene discriminato“.

Ancora più preoccupante è stato il rifiuto del patrocinio da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, governata dalla Lega Nord. Si fa riferimento al governatore Fedriga, che in passato aveva criticato l’Università di Udine per il suo patrocinio al FVG Pride del 2017, accusandola di essere influenzata dalla sinistra.

Un ulteriore ostacolo si è manifestato con il rifiuto del patrocinio da parte delle università di Udine e Trieste, cosa mai accaduta nelle edizioni precedenti. I rettori delle due università hanno citato il manifesto politico dell’evento come ragione del rifiuto, sostenendo che fosse troppo esplicito nelle accuse.

Il manifesto del FVG Pride, infatti, elenca i nomi dei politici regionali che hanno fatto dichiarazioni omolesbobitransfobiche, con l’obiettivo di denunciare tali atteggiamenti discriminatori.

Questo rifiuto da parte delle istituzioni accademiche solleva interrogativi sulla volontà di alcune istituzioni di affrontare apertamente le problematiche legate alla discriminazione verso orientamento sessuale e identità di genere. 

Nonostante queste difficoltà, il FVG Pride ha comunque ricevuto il patrocinio di 14 comuni, tra cui Udine, l’unica grande città della regione ad averlo concesso. Inoltre, tre ordini professionali, l’Ordine degli Psicologi del FVG, l’Ordine degli Assistenti Sociali del FVG e l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Udine, hanno sostenuto l’evento.

Nonostante le sfide e gli ostacoli incontrati lungo il percorso, il FVG Pride rimane un momento cruciale per celebrare l’orgoglio LGBTQIA+ nella regione.

Tuttavia, viene da chiedersi se il silenzio – o addirittura l’ostilità delle istituzioni non abbia contribuito, almeno in parte, a fomentare il clima d’odio che ha portato allo spiacevole episodio verificatosi lo scorso 10 giugno.

Del resto, se il cambiamento può e deve partire dal basso, il sostegno delle istituzioni risulta fondamentale nel contribuire a costruire una solida base in cui i diritti – della comunità LGBTQIA+ e non solo – possano beneficiare di un clima favorevole in cui prosperare.

Si tratta di un Pride Month decisamente anomalo per il nostro paese. In una fase in cui comunità non progredisce, né si trova in fase di stallo, ma addirittura è costretta a significativi passi indietro sotto a un governo che minaccia il suo stesso diritto ad esistere all’interno della società, oggi quelle uova e quell’immondizia assumono un significato diametralmente diverso.

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