GAY SENZA DIRITTI UMANI

Le Nazioni Unite stanno per esaminare una risoluzione che condanni ogni discriminazione per orientamento sessuale. Ma Islam e Vaticano remano contro. La battaglia è partita. Che fare?

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PISA – Dal 15 al 23 aprile prossimi, si terrà la 60esima essione annuale della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite: non è un appuntamento da poco per la comunità glbt. Lo scorso anno, infatti, si decise di rinviare al 2004 la votazione su una importante risoluzione che avrebbe incluso l’orientamento sessuale nei diritti umani, condannando ogni discriminazione verso gay e lesbiche (clicca qui per l’articolo).
Durante la sessione dello scorso anno dalla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHCR), che si tenne a Ginevra nell’aprile del 2003, la delegazione brasiliana, sconvolgendo tutti, propose una risoluzione intitolata “Diritti umani e orientamento sessuale” (era l’E/CN.4/2003/L.92). La risoluzione cita le violazioni dei diritti umani e gli attacchi alle libertà fondamentali sulla base dell’orientamento sessuale e invita gli Stati membri a promuovere e sostenere i diritti umani per tutti, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Chiede anche alla UNHCR e all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani di approfondire l’argomento.
La risoluzione provocò una immediata reazione ostile da parte dei delegati di alcuni paesi musulmani e, che dimostrarono apertamente la loro contrarietà facendo battute di pessimo gusto sull’argomento. La loro disapprovazione fu condivisa da parecchi paesi africani, mentre i delegati di alcuni paesi dell’America Latina ammisero di essere orientati a sostenere la risoluzione, ma decisero di non farlo, seguendo l’intenso lavoro di convincimento svolto dal Vaticano. La Libia, la cui elezione alla presidenza dell’UNHCR nel 2003 aveva già provocato una tempesta di polemiche, fece anch’essa mancare il sostegno alla risoluzione, con il risultato che essa fu la sola risoluzione proposta nel 2003 per la quale il voto di adozione sia stato rimandato alla sessione 2004.
Tra le Organizzazioni Non Governative (NGO) presenti alla sessione di Ginevra, alcune poterono partecipare a tutti i dibattiti. Amnesty definì il voto alla risoluzione come “un test cruciale dell’impegno degli Stati Membri verso l’universalità dei diritti umani”, e che un voto contrario avrebbe significato “un disconoscimento dei principi fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che afferma che tutti gli esseri umani sono uguali in dignità e diritti, senza distinzioni di alcun tipo”. L’orientamento sessuale e l’identità di genere sono “parti fondamentali che costituiscono ciò che ci rende esseri umani”. Questa posizione fu sostenuta dalla maggior parte dei delegati dei paesi occidentali.
La Conferenza 2003 dell’ILGA, la federazione mondiale di organizzazioni che combattono per difendere i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei transessuali, che si è svolta a Manila, ha riconosciuto la natura storica della risoluzione brasiliana, ma ha espresso rammarico per il fatto che il testo finale non comprendesse anche l’identità di genere, trascurando così i diritti delle persone transessuali. I delegati, che rappresentano NGO e associazioni da più di 40 paesi in tutto il mondo, hanno poi votato una petizione all’UNHCR perché sia inclusa l’identità di genere nel testo della risoluzione brasiliana, che deve essere discussa nella 60esima sessione annuale dell’UNHCR che si terrà a Ginevra dal 15 al 23 aprile 2004. La petizione dell’ILGA può essere sottoscritta online sul sito www.brazilianresolution.com.
Come ogni anno, il Parlamento Europeo sta preparando una risoluzione per l’UNHCR, che sarà redatta dalla Commissione Affari Esteri e votata nella seduta del 10 febbraio. Ieri, a Strasburgo, l’assemblea ha discusso sulla preparazione della prossima commissione. Il ministero irlandese, per la presidenza di turno europea, Roche, ha fatto riferimento alla risoluzione brasiliana: «Riguardo alle risoluzioni tematiche, le iniziative dell’Unione Europea sull apena di morte e sui diritti dell’infanzia sono state adottate dalla Commissione. Uno degli argomenti più controversi, una risoluzione brasiliana su diritti umani e orientamento sessuale, co-sponsorizzata dall’Unione, ha incontrato una vigorosa opposizione, in particolare dall’organizzazione delle Conferenze Islamiche. Questo tema fu rimandato alla sessantesima sessione della Commissione ed è facile che sarà molto dibattuto nella prossima sessione».
Il membro della commissione, Vitorino, ha detto che «il potenziale successo o fallimento di proposte di risoluzione non può, ovviamente, costituire un fattore primario nelle decisioni sull’azione dell’Unione Europea. Il solo atto di mettere sul tavolo una risoluzione è un segnale forte di preoccupazione e la situazione dei diritti umani reale deve essere una considerazione di capitale importanza».
Kathalijne Buitenweg, parlamentare europea del gruppo Verde e membro attivo dell’Intergruppo sui Diritti di Gay e Lesbiche, ha difeso la risoluzione brasiliana, sottolineando come l’Unione Europea ha intrapreso una battaglia contro la discriminazione per orientamento sessuale, nei trattati e in tutti i rapporti sui diritti umani. Ha perciò incoraggiato il Parlamento Europeo a sostenere vigorosamente la risoluzione presso l’UNHCR.

E’ possibile firmare la petizione in sostegno della Risoluzione Brasiliana: clicca qui

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