È arrivato nei cinema d’Italia il giorno di San Valentino il nuovo film di Saverio Costanzo, Finalmente l’Alba, kolossal da 30 milioni di euro presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Trainato da Lily James, Rebecca Antonaci, Joe Keery, Rachel Sennott, Alba Rohrwacher e Willem Dafoe, Finalmente l’Alba vede Michele Bravi tornare alla recitazione due anni dopo Amanda e Monterossi. Il cantautore interpreta un cantante en travesti nella Cinecittá degli anni Cinquanta, in un’infinita notte che coinvolge la giovane Mimosa, inaspettata protagonista di ore per lei memorabili.
Un un film sul riscatto dei semplici, degli ingenui, di chi è ancora capace di guardare il mondo con stupore, lo ha definito Costanzo, con la protagonista Mimosa descritta come un “foglio bianco, su cui ognuno dei personaggi in cui s’imbatte scrive la sua storia, senza paura di essere giudicato“. Tra questi mille personaggi spicca proprio Bravi, che ha ricordato a Donna Moderna come in realtà abbia approcciato la recitazione ancor prima del canto.
“Io inizio proprio da lì, in maniera amatoriale. Pensavo che il mio mondo fosse l’audiovisivo, forse perché il cinema include l’immagine e il suono, quindi per me era la sintesi massima. Ma poi ho capito che potevano anche convivere come esperienze diverse, ognuna con un suo approfondimento”. “Io cerco sempre di entrare in progetti molto distanti da me: in Amanda ero un manipolatore, una persona sporca. Qui ho una trasformazione fisica, sono un personaggio più estroverso e molto più spettacolare di me“, ha precisato Michele, grande escluso da Sanremo 2024 riuscito comunque a ritagliarsi uno spazio importante all’interno di un kolossal. “Ho passato molto tempo con Lily James, perché le mie scene sono soprattutto con lei. Vedere il cambiamento emotivo dal set, alla sala prove e poi vederla diventare un’altra una volta tolto il trucco è stato surreale“, ha aggiunto Bravi. “Lo stesso per Willem Defoe e Alba Rohrwacher, che sanno mettersi completamente a servizio della scena“, ha precisato Michele, mattatore in una “festa clamorosa, ma anche piena di decadenza. I personaggi che popolano quei luoghi sono in realtà dei falliti che si mascherano di ricchezza emotiva. Cercano ognuno di prendere dall’altro. Sono tutti estremamente famelici, al limite del cannibalismo“.
Una Roma santa e puttana assai distante dalla mitica Città Eterna felliniana di La Dolce Vita, con Bravi di nuovo attore a sorpresa, tanto da poter immaginare anche una carriera alternativa a quella di cantante. “Rispetto ad Amanda, che sempre racconta la gioventù, questo film ha un approccio alla tematica opposto ma altrettanto valido. Anche in me convivono un realismo estremo e violento insieme ad una narrazione più sognante: per descrivere un mondo che ancora non è chiaro nemmeno a noi servono più prospettive“, ha concluso l’artista 29enne, vincitore della settima edizione di X Factor.
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