Ogni volta che – cuore pesante e occhi gonfi – dobbiamo seppellire un’altra sorella uccisa dalla follia cieca del patriarcato, non abbiamo neanche il tempo di commemorare la sua vita, di stringerci e di accorgerci del privilegio di poter sentire ancora dolore, rabbia e frustrazione, che qualcuno sfodera la retorica del #NotAllMen.
Incazzato, ancora una volta violento e prevaricante in tutte le forme che la prevaricazione può assumere, l’uomo sente il bisogno di difendersi quando il suo ego fragile e ferito lo rende sordo al dialogo e alla presa di coscienza.
Nega l’esistenza del patriarcato, ribatte e insulta, sbandierando il termine “feminazi” e rivolgendolo a tutte coloro che tentano di spiegargli il suo privilegio. Odia il termine “femminicidio“, è una cosa inventata. Nessuno uccide una donna “solo perché è una donna“.
Pretende di spiegare egli stesso la questione femminile, il sottinteso è che la sua prospettiva sia l’unica ad avere valore, perché “la donna è troppo emotiva“, “la donna non sa analizzare i dati in modo razionale“, “la donna è vittimista per natura”.
E la campana suona un altro rintocco.
#NotAllMen, ma l’uomo vuole che la donna – se proprio deve – gli spieghi la lezione in modo pacato, con un tono a lui consono, senza alterarsi e senza “fare la pazza”. Perché è chiaro, “chi attacca passa dalla parte del torto“. “Non siamo quelle dell’uguaglianza di genere?”
Anche gli uomini subiscono violenze. Perché si parla solo di femminicidio? Allora siete polarizzate. La situazione non è così grave come la dipingete, non esiste una “cultura dello stupro“. I deliri di un pazzo non possono certo rappresentare l’intera popolazione maschile.
In lontananza, un altro rintocco.
#NotAllMen, ed è inutile che la donna sciorini paroloni giganteschi come “patriarcato”, “bias”, che parli di possesso. Mica gli uomini sono tutti possessivi, gelosi, prevaricanti. Sennò non si potrebbe più camminare da sole per strada!
Le battute misogine? Ah quindi se, per scherzo, ti dico di tornare in cucina, vuol dire che prima o poi ti ucciderò? Dai ragiona. Non capisci che è tutto nella tua testa? Aspetta, zitta un attimo…
…un altro rintocco.
#NotAllMen, infatti anche gli uomini esprimono disgusto verso questi “mostri” che uccidono le nostre madri, sorelle, cugine, amiche… riusciamo a umanizzare le vittime solo così, solo se pensiamo a qualcuno che conosciamo. E, se la vittima è una donna trans, è “un uomo con la parrucca che se l’è andata a cercare”.
Il suo rintocco non conta, ma come mai lo abbiamo sentito lo stesso?
#NotAllMen ma lei cos’ha fatto per farlo andare fuori di testa così? Se guardi su Instagram avevano solo foto insieme, erano felici. Non è che uno impazzisce per niente, sicuramente gli avrà messo le corna o comunque in qualche modo l’avrà provocato.
Io la conoscevo. Avrebbe fatto perdere la pazienza a un santo. Sì, ogni tanto lui faceva battute con gli amici nello spogliatoio, e loro gli consigliavano di darle una lezione se avesse “fatto di nuovo la troia”. Se fosse di nuovo andata in discoteca da sola senza dirglielo e con quel vestito da zoccola. Lo fa solo per farlo ingelosire.
Un altro rintocco.
#NotAllMen, ma lei non gliela dava mai. Sicuramente ne aveva un altro. Capisci che anche un santo si incazzerebbe ad essere umiliato così? Capisci che lei glielo faceva apposta? “Stasera se non me la dà, me la prendo”, dice lui ai suoi amici, che ridono.
E, all’uscita della palestra, guarda il culo a una ragazza mentre fa gli affondi. Le scatta una foto di nascosto e lei se ne accorge. Lui ride mentre lei gli urla in faccia che è un coglione, che non si deve permettere. Lei è “un essere umano con dei sentimenti, non un culo da ammirare”. Che oca di merda. Esagerata.
Le urla rimbombano sul suono di un altro rintocco.
#NotAllMen, ma mentre lei lava i piatti, lui trova la ragazza della palestra su Instagram. Senza farsi vedere, va in bagno, si fotografa il pene e invia. “Dai che ti piace il cazzo”, scrive. Quando lei visualizza, lo copre di insulti. Minaccia di denunciarlo, ma figurati se lo farà. E poi, i carabinieri le riderebbero in faccia. Lui le scrive: “Se ti vedo di nuovo in palestra quel culo te lo sfondo“. Lei non sa decidere se è stata minacciata di morte o di stupro. Ma intanto, mentre la sua compagna sta ancora asciugando i piatti, lui le impone di mostrargli le sue conversazioni su WhatsApp. Che lo sa che lei gli sta mettendo le corna, che l’ha vista mentre rideva e scherzava con quel suo collega fuori dal lavoro. Come osa la sua donna umiliarlo così? Non capisce che l’orgoglio è la cosa più importante per un uomo?
Uno schiaffo schiocca su un altro rintocco.
#NotAllMen, ma lei tenta di arrivare alla porta, no, non riesce. Tenta di afferrare il telefono, ma lui glielo fa cadere dalle mani. Botte, calci, pugni, sputi, lei odia sé stessa perché è troppo debole per reagire. Le donne sono emotive, è per questo che lei non reagisce. Ha troppa paura. È colpa sua.
Il piccolo ha sei anni, e vedere il papà picchiare la mamma lo intimorisce. Ma poi, l’indomani, tirerà i capelli alla sua compagnetta di classe. La maestra sorriderà, pensando a quanto sono belle le prime cottarelle infantili. “Lo fa perché gli piaci!” dice la maestra alla compagnetta.
E questa volta, è il papà a suonare il rintocco della campana.
#NotAllMen. Segue il canonico cordoglio delle istituzioni, le fiaccolate degli attivisti, aspetta…
…ancora un rintocco?
#NotAllMen. Perché non serve? Abbiamo il 25 novembre, abbiamo i centri antiviolenza, le reti di supporto per le vittime di abusi domestici, perché non funziona? Non può essere mica…
…un altro rintocco?
#NotAllMen, la nostra coscienza è pulita. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per salvarla, tranne abbattere quella campana.
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