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Paternity Leave: niente di grave, il mio fidanzato è incinto!

La commediola non molto riuscita di Matt Riddlehoover ipotizza una gravidanza maschile, come già fece nel 1973 un divertente film di Jacques Demy con Mastroianni e la Deneuve.

2 min. di lettura

Non è la prima volta che il cinema affronta il tema surreale della gravidanza al maschile: era il 1973 e un autore celebrato come Jacques Demy realizzava una simpatica commedia satirica, Niente di grave, suo marito è incinto (il titolo originale significava però ‘l’evento più importante dopo che l’uomo ha camminato sulla luna’). I mattatori erano uno strepitoso Marcello Mastroianni, gestore virile di una scuola guida, e sua moglie Catherine Deneuve, parrucchiera dalla parolaccia facile. Nel film si ironizzava sugli stereotipi dei ruoli sessuali – la ragione della gravidanza sarebbe stata il fatto che il mangiare del pollo tutti i giorni avrebbe scombussolato gli ormoni di lui – e sulla capacità di manipolare la realtà da parte dei media che sconvolgono la vita della coppia. Memorabile la scena delle finte pubblicità coi vari abbigliamenti per ogni stagione disegnati su misura per il mammo incinto.

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Più di quarant’anni dopo arriva una commediola americana purtroppo un po’ scipita, Paternity Leave (Congedo parentale) di Matt Riddlehoover, in cui s’immagina che il web designer trenteunne Greg (Jacob York), in coppia felice e monogama da quattro anni con l’affettuoso avvocato Ken (Charlie David), si preoccupi seriamente perché soffre di nausee continue, si sente sempre stanco e prende peso velocemente. Il suo medico gli propone di incontrare uno specialista e la diagnosi ha dell’incredibile: Greg è incinto. La coppia, in realtà, non resta sconvolta più di tanto e decide di ingaggiare un coach specializzato in gravidanze, Thomas (il bellissimo attore italoamericano Chris Salvatore) per accompagnare Greg attraverso l’incredibile avventura di dare alla luce una vita.

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Rispetto al precedente di Demy, Paternity Leave esclude ogni riflessione sociologica sulla massima rivoluzione gender che si possa immaginare ma reclude i suoi protagonisti nel loro appartamento a riflettere su responsabilità genitoriali e diritti dei genitori (nella realtà esiste in America il Family and Medical Leave Act del 1993). Forse proprio per questo la commedia surreale girata in maniera piuttosto artigianale ha poco mordente e non sfrutta il potenziale anche comico come invece faceva Niente di grave, suo marito è incinto. Tanto più che i lunghi flashback sul fidanzamento precedente appesantiscono il film, facendolo somigliare molto a una soap opera in fondo in fondo piuttosto convenzionale. Peccato, perché le premesse erano stuzzicanti e potevano dare luogo a una riflessione ben più matura sull’argomento.

La principale ragione d’interesse resta ammirare la magnetica bellezza mediterranea di Chris Salvatore, considerato il 41esimo omosessuale più influente d’America nella Top 50 del portale AfterElton.

 

Insomma, la montagnola ha partorito un topolino (di film).

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