PORTO TORRES – Ma chi lo dice che solo un uomo e una donna si possono mettere insieme perché si amano e avere un progetto di vita in comune che sia un bene reciproco per loro stessi e per la società intera? Perché mai due persone dello stesso sesso non possono poter fare scelte del genere e i comuni nei quali vivono non riconoscere e tutelare queste formazioni sociali? Sono argomenti che rimbalzano continuamente nella (vuotezza pressurizzata) delle isteriche esternazioni di chi vede in ogni qualsiasi forma di riconoscimento di ogni cosa che sia al di fuori del matrimonio un attacco alla famiglia tradizionale. Un modo come un altro per coprire il pregiudizio e la propria incapacità di accettare le coppie gay e lesbiche.
Mentre la politica italiana è in affanno a riconoscere semplici diritti base che in altri paesi sono già vecchi e superati ancora una volta è dal territorio che viene un segnale di tolleranza e rispetto. Dopo Atzara la Sardegna ha un secondo comune che ha deciso di istituire un registro comunale per le Unioni Civili, si tratta di Porto Torres. Nel Consiglio comunale, a maggioranza di centro-sinistra, si sono registrati i voti contrari della sola Forza Italia e l’astensione di An mentre hanno votato a favore sia l’Udeur che la Margherita. Nel testo approvato c’è scritto che «è considerata unione civile il rapporto tra persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che ne abbiano chiesto la registrazione amministrativa» e il nuovo regolamento prevede che le coppie registrate godranno i “benefici e le opportunità amministrative, alle stesse condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate”.
«Siamo orgogliosi di avere accolto una proposta che sa di civiltà», dice Luciano Mura, sindaco diessino di Porto Torres. «La nostra città potrà vantarsi di essere un emblema per tutta la Sardegna. Speriamo di essere da stimolo per l’intera Isola, in modo che anche altri Comuni riconoscano politicamente e istituzionalmente i diritti civili di ogni coppia». In un comunicato ha espresso la propria soddisfazione il Mos, il Movimento Omosessuale Sardo, il cui presidente Massimo Mele ha detto che «Finalmente anche nella nostra provincia una Giunta di centrosinistra apre alle rivendicazioni di migliaia di coppie etero e omosessuali fino a oggi non riconosciute dalla legislazione nazionale, e private della loro dignità di cittadini». Già oggi, lunedì era prevista l’iscrizione nel registro della prima coppia same-sex, composta da Massimo Congiatta e Roberto Mura. (Roberto Taddeucci)
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.