Era da oltre mezzo secolo che non vedevamo tre squadre guidare la Serie A a punteggio pieno dopo 4 giornate di campionato. Segno di una stagione anomala, più competitiva rispetto a quelle passate e di fatto meno scontata, come avvenuto negli ultimi sei anni in cui la Juventus si è sempre appuntata lo Scudetto sul petto.
Bianconeri ancora oggi in testa, è innegabile, ma in compagnia della rinata Inter di Luciano Spalletti e dello splendido Napoli di Maurizio Sarri, con i quattro capocannieri del Campionato legati proprio alle quattro prime della classe (c’è anche la Lazio di Ciro Immobile). Ma davanti a tutti, Icardi e Mertens compresi, troviamo lui, Paulo Dybala, autore di una tripletta contro il Sassuolo e di 8 reti in 4 partite appena. 50, in totale, nelle 100 partite giocate con la maglia juventina. 23 anni, argentino, dal 2012 al 2015 al Palermo, pochi tatuaggi, faccino acqua e sapone da bravo ragazzo, capello ordinato, clausola rescissoria monster da oltre 100 milioni di euro, una maschera da ‘gladiatore’ da mimare ad ogni rete gonfiata e un numero 10 strappato all’icona Alex Del Piero da ostentare con gioia.
Dybala piace a tutti, bambini e adulti, donne e uomini, grazie ai suoi modi educati, al volto pulito, alla fisicità esile, alla classe sopraffina. Un sinistro magico, quello dell’attaccante bianconero, che strega difese avversarie e ammalia i tifosi. Lasciata la storica fidanzata argentina Antonella Cavalieri, rumor alla mano Paulo starebbe frequentando la pierre milanese Ginevra Sozzi. Dybala è il nuovo che avanza, con l’icona Messi che lo perseguiterà probabilmente a vita e un totem come Cristiano Ronaldo, così diverso in tutto e per tutto, da sfidare a suon di giocate dal sapore antico, tutte genio e rapidità, imprevedibilità ed efficacia.
Dovessimo trovargli un’etichetta in ambito gay potremmo parlare di un perfetto ‘twink’, così vagamente innocente e completamente glabro, senza un pelo di barba o un accenno di baffi, con un fisico asciutto e contenuto nei suoi 177 cm per 73 kg. Tre perle d’autore, quelle segnate nell’anticipo di domenica, da festeggiare negli spogliatoi senza t-shirt, per la gioia di quei tifosi sempre più abituati ad esultare grazie alle giocate del loro campione. Uomini o donne che siano, senza limitazioni alcuna.
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