Si può certamente considerare un classico della letteratura omosessuale e, se non ne conoscevate l’esistenza, vi consigliamo di leggerlo ora che Adelphi lo ripubblica in edizione economica. Si tratta di un delizioso romanzo, o forse è meglio chiamarlo libro di memorie, intitolato Mio padre e io (My Father and Myself). Lo ha tradotto in italiano Aldo Busi insieme a Giulia Arboreo Mella e c’è da scommettere che sia stato lo scrittore a scovare questo delizioso testo e a proporlo nel 1981 alla casa editrice. L’autore è un certo J. R. Ackerley, un nome che a molti forse non dirà nulla ma, come ci informa W. H. Auden nella sua recensione apparsa sul «New York Review of Books» del 1969 e riproposta in questa edizione italiana, egli fu un punto di riferimento per tutti gli scrittori anglosassoni della sua generazione.
Fu senz’altro un uomo di lettere notevole: amico di E. M. Forster (al quale dedicò una biografia), redattore della rivista letteraria «The Listener» e per moltissimi anni curatore dei programmi culturali della BBC.
In Mio padre e io lo scrittore si limita essenzialmente a due aspetti della sua esistenza: i rapporti con la famiglia e la vita sessuale. Immaginatevi di scoprire che il vostro integerrimo genitore, ottimo padre e severo tutore in famiglia, è stato un grande libertino dalla sessualità disinvolta (non aggiungo altri particolari per non togliere il gusto della lettura). Forse a qualcuno di voi è capitato ma nella maggioranza dei casi i nostri papà non danno molta confidenza ai propri figli sulla loro vita sessuale. E forse oggigiorno potrebbe accadere che ottimi padri di famiglia abbiano una doppia vita (e magari il loro è un amante uomo e non donna). Ma pensate che tutto quello che ci racconta Ackerley accadeva tra gli anni ’10 e ’40. Come dire, mentre in Italia si viveva il medioevo dei costumi, nella colta Inghilterra, nonostante le apparenze post-vittoriane i rapporti omosessuali non erano affatto difficili. E questo libro risulta essere di una modernità sconcertante perché Ackerley narra la sua vicenda e quella della sua famiglia con esemplare schiettezza ma soprattutto con grande lealtà. Non è certo facile per nessuno riuscire a essere oggettivo con se stesso. Ackerley stupisce per la capacità di essere un ottimo auto-biografo descrivendo lui e suo padre con sorprendente senso critico.
Incuriosisce allora la sua biografia, The Life of J. R. Ackerley, che Peter Parker ha pubblicato nel 1991, come incuriosiscono tutti gli altri libri di Ackerley dei quali purtroppo non esistono versioni italiane. L’unico disponibile nel nostro paese è questo Mio padre e io che ci sentiamo di consigliare vivamente a coloro che hanno ancora qualche timore e qualche problema con la propria sessualità. Non che la vita omosessuale di Ackerley sia stata felice. Ma questo libro di memorie è una lunga implicita riflessione sulla vita, sui rapporti familiari e sulla sessualità che aiuterà un po’ tutti a capire di se stessi e degli altri.
ACKERLEY, J. R., (1896-1967)
Mio padre e io, Milano, Adelphi, 2000, pp. 222, Lire 15.000 www.adelphi.it
Breve bibliografia di J.R. Ackerley
Hindoo holiday: an Indian journal, 1932
My dog, Tulip, 1965
My father and myself, 1968
E. M. Forster: a portrait, 1970
di Alberto Bartolomeo
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