"MI AMO COSI’ COME SONO"

Intervista a Helena Velena, che si esibirà al PadovaPride con un concerto tecno-trans. "Sono l'unica lesbica tansgender della musica italiana. E a operarmi non ci penso nemmeno".

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"Se Ivan Cattaneo è l’unico cantante frocio dichiarato della musica italiana, io sono l’unica lesbica transgender! La metà dei cantanti sono gay, ma non lo dicono. Io lo dico". Difficile ingabbiare Helena Velena in una definizione. Musicista, scrittrice, profetessa del cybersex. Chi fosse interessato a constatare di persona può soddisfarsi l’8 giugno al Pride di Padova, dove si esibirà in concerto, con una scaletta techno-trans-anarchica.

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"Quando stavo producendo i CCCP mi sentivo insoddisfatta della scena musicale italiana, cosiddetta "underground". Non si andava al di là del piccolo gruppo, delle scelte politiche "tribali", ogni apertura era considerata un vendersi. In più il gruppo mi pose davanti a un aut-aut : o diventi il nostro produttore e manager esclusivo, o ci lasci liberi. Io già non ero d’accordo con alcune linee, quindi li ho lasciati liberi".

Ti è piaciuta la collaborazione dei CCCP con Amanda Lear?

"Per nulla. La considero una donna genetica che ha giocato bene per farsi pubblicità. Ma ha anche avuto molto dal mondo gay, al quale non ha reso indietro assolutamente nulla".

Perché sei tornata alla musica dopo un decennio di lontananza?

"La musica è una grande amore. Ed un forte veicolo per far arrivare le mie posizioni politiche, anarchico-situazioniste, al cuore del pubblico. Amo il death metal, musica estrema, con testi forti. Ci sono moltissimi gruppi cristiani (non cattolici, cristiani) che usano dei testi bellissimi. E’ il genere, ad oggi, più vicino al dolore ed alla rabbia del vecchio blues".

L’8 giugno ci dobbiamo aspettare uno show death-metal?

"No. Io faccio techno. Hard-dub con testi cantati in italiano, perché vivo e comunico in Italia. Non si è mai cantato su questa musica. Mi hanno detto che il mio spettacolo è molto vicino ai concerti punk".

Come è nato il tuo interesse per il mondo telematico?

"Lavoravo con un gruppo teatrale sado-maso "Le Nuove Giustine" , portando in teatro spettacoli shock-horror con versioni satiriche di Sade. Per portare in giro alcuni miei cortometraggi mi sono ritrovata nella Parigi del bicentenario della Rivoluzione ed ho trovato una città completamente invasa dai minitel. Una città cyberg, telematizzata. Da lì è nato il mio interesse per il virtuale. Ho abbandonato la musica, per occuparmi del mondo telematico, prima che nascesse l’etichetta Cyberg-punk, quindi prima del libro di William Gibson".

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Ti piace ancora Internet?

"Poco. Sono sempre stata un individuo critico. Ho un mio sito www.helenavelena.com, per comunicare con chi lo vuole, ma considero le esperienze virtuali delle autosublimazioni repressive. Masturbazioni telematiche, in assenza di fisicità, finalizzate all’auto-censura".

Come è cominciato il tuo percorso "al femminile"?

"In America, a San Francisco. Ho conosciuto la mia guru, una trans programmatrice della Apple. Ha cominciato a parlarmi in termini femminili e da lì è cominciato il mio destino di transgender".

Sei ancora nell’ambiente BDSM?

"Non troppo. E’ diventata una pratica sessuale per borghesi. Puoi davvero essere Dr. Jekill bravo impiegato e Mr. Hide, frustatore ossessivo. Inoltre non amo le manifestazioni estreme, come pesi ai testicoli, torture, ecc. Ho verificato che chi pratica questi eccessi, molte volte ha seri problemi psichici. E sciocchi limiti alla propria espressione sessuale. Ci sono uomini che si prestano a situazioni terribili, ma rifiutano rapporti omosessuali. Molte donne sono uscite dall’ambiente dopo aver constatato la pochezza espressiva degli uomini che le avevano introdotte. Preferisco il fetish ".

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Prego?

"Il fetish nasce dalla consapevolezza del proprio corpo, da una ricerca costante di se stessi. Si tratta di contemplare, vivere l’intensità profonda. In più il fetish fa parte della quotidianità di un individuo, dell’appartenenza ad una tribù. E’ un’estetica contemplativa, femminile".

Se lesbica e transgender, hai mai pensato al cambiamento radicale di sesso?

"Non ci penso neanche ad operarmi! Non ho alcuna difficoltà così come sono e la scienza non è così avanti come si vuol far credere. Se, in futuro, avrò voglia di sperimentare la vagina…. Ma per adesso non sento alcuna spinta alla normalizzazione".

di Paola Faggioli

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