Sono una madre transgender, che vi piaccia o meno

Il mondo crede che essere madri significhi avere un utero. Mischa Haider, madre transgender, è madre, nonostante quello che pensa il mondo.

Sono una madre transgender, che vi piaccia o meno - transgender mom - Gay.it
4 min. di lettura

Poiché sono una transgender, il mio ridicolo valore agli occhi della società non è mai stato più evidente da quando sono diventata madre, ed è proprio il mio essere madre ad essere messo in dubbio. “Una madre trans”? “Dov’è la vera madre?” “Come hai partorito i tuoi bambini?” sono tra le domande meno offensive che mi sento rivolgere. Ogni volta che vado al parco coi miei tre figli, vedo gli occhi intorno a me, in cerca di quel corpo elusivo , la “vera” madre, quella che li ha fatti nascere. Sono sempre guardata come l’impostore, anche quando i miei figli mi chiamano col solo nome con il quale sentono di chiamarmi, mamma. Specialmente allora.
In quei momenti sono costretta a ricordare quanto facilmente il nostro essere come individui, assieme ai legami che formiamo con le persone che amiamo, possa sparire schiacciato davanti allo sguardo giudicante della società. Questa è la prigione non solo delle donne trans e delle madri trans ma, me ne rendo sempre più conto, di tutte le donne e madri. Viviamo in un mondo nel quale siamo viste come ricettacoli passivi, definiti da una visione normativa opprimente sviluppatasi attraverso millenni di formulazioni misogine spacciate come intoccabili fatti della natura. In questo mondo, la personalità è il regno degli uomini, mentre il valore delle donne risiede nei loro corpi.
Le donne trans occupano la linea di confine di questo gulag. La nostra femminilità risiede solamente in quello che siamo come persone, non nel set di attributi fisici che ci si aspetta da noi. Quindi, garantire a donne transgender la loro femminilità è riconoscere a tutte le donne la loro personalità. Significa, in altre parole, affermare che le donne non sono un insieme parlante e semovente di ovaie, uteri e vagine, ma qualcosa di più intangibile e cerebrale.
Questo, io credo, spiega la ferocia con la quale la società tenta di invalidare la femminilità trans. Riconoscerci come donne significa distruggere il rapporto donna-apparato riproduttivo sul quale la società patriarcale è costruita. Significa sfidare la nozione che uomini e mascolinità sono i soli proprietari dell’essere persone, relegando le donne e la femminilità alla condizione di non essere altro che corpi. Il mio essere donna transgender è silenziosamente negato, come nel caso degli sguardi sprezzanti al parco giochi, quando non viene apertamente attaccato nei media come non autentico, irreale e irrealistico, fraudolento. Io, semplicemente, non ho le parti anatomiche che sono richieste dai requisiti patriarcali per essere accettata come madre. L’utero, in questo costrutto, è considerato requisito mentre gli infiniti giorni di impegno attento con e verso i bambini che è il vero requisito, è per loro un dettaglio. Il latte dal seno è oro liquido, mentre le ore di veglia per un infante che piange sono solo un dettaglio.
Lo sguardo della società è essenzialmente una cecità collettiva e normalizzata.
Ma nonostante questa visione, ci sono fatti che non possono essere negati. Anche se non c’era un grembo di carne nel mio corpo, c’era un grembo nel mio cuore che ha protetto tutti i miei tre figli. La mia anima era gravida di loro anche se il mio corpo non poteva esserlo. È di poca rilevanza per quelli che mi credono incapace o non adatta alla maternità il fatto che i miei figli non sanno nulla di uova e sperma, di uteri e parti; essi conoscono coccole e storie prima di dormire, pannolini e creme e farmaci e il mio amore, sempre li per loro.
Quello che i miei bambini conoscono è la forza temporale del nostro legame, le canzoni che canto a loro, il calore del mio corpo quando si svegliano di notte dopo un brutto sogno e li trascino a letto con me. Non sanno e non gli interessa cosa ho in mezzo alle gambe, ne tanto meno come sono i miei cromosomi. Essi percepiscono, in un modo che la società non riesce, che li amo come solo una madre può. Il dolore che il mio status transgender può causare loro deriva primariamente da tutti coloro che negano questo semplice fatto. Amarli come solo una madre può. Quelli che mi svalutano fanno solo danno ai miei bambini, dicendo loro che la verità centrale della loro vita, l’amore della mamma, è in realtà una bugia.
È tragico a questo proposito che le donne transgender con figli siano loro a non usare il termine “madre”, rassegnandosi ad accettare la definizione della società relativa alla maternità legata agli organi riproduttivi. Oppure accettano una versione castrata di maternità, mettendosi al secondo posto dopo la persona che li ha partoriti, nonostante la verità vivente delle loro famiglie. Per molte di loro, il mio sospetto è che vi abbiano rinunciato riluttanti, come risultato di una coercizione sociale. Come osano chiamarsi madri coloro che non hanno ovaie o utero funzionanti? Io sono una madre, e coloro che non la pensano così farebbero meglio a mettere in dubbio le loro granitiche verità. Io sono la vera, intera e, nel mio caso, unica madre dei miei figli. Il mio essere madre è senza virgolette, qualifiche o scuse, e che i pregiudizi senza occhi di una società cieca possono andare all’inferno. Tali pregiudizi non feriscono solo le famiglie con madri trans o le famiglie LGBT con figli. Persino le madri eterosessuali che adottano sono sottoposte a domande simili e non sono considerate le “vere” madri. La nostra società nel 2016 continua a riproporre i più antichi riti della carne e del sangue.

Nella nostra matrice sociale ci sono soggetti maschi e femmine e su questi si calano i concetti di paternità e maternità. Ma a differenza delle madri, i padri non sono essi solo entità corporali. Una conseguenza di questo è che i padri non biologici sono considerati e accettati in un modo che viene negato o posto in dubbio per le madri non biologiche. Una madre è sempre la donna che ha partorito, non la donna che vive la vita di una madre per il proprio bambino. Sintetizzando, l’uomo è una persona e la donna un corpo. Questo è la sostanza di tutta la maternità, resa visibile attraverso la lente di ingrandimento della maternità transgender. Il valore di noi donne è legato ai nostri corpi, alla nostra capacità di rimanere incinta e di essere oggetti di piacere con i nostri orifizi vaginali per un membro maschile che ci penetra e ci possiede. Se i nostri corpi sono giudicati inadeguati dalla metrica ridicola impostaci dall’estetica maschile, siamo considerati mucchi di carne, non donne e certamente non madri.
Non sono una madre perfetta, né voglio esserlo. Un giorno i miei bambini potranno rinfacciarmi il mio modo di essere madre e concludere che sono stata una cattiva madre. Ma nessuno, neanche loro, potranno revocare il mio essere madre, come nessuno può revocare il mio essere donna. Questo è un fatto con il quale gli sguardi indaganti e giudicanti del parco giochi e ovunque io vada dovranno fare i conti. Che gli piaccia o meno.

In copertina: foto di Nan Goldin

Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.

© Riproduzione riservata.

Partecipa alla
discussione

Per inviare un commento devi essere registrato.
Avatar
fabulousone 17.9.16 - 14:37

Brava! Parole sacrosante. I bigotti e le femministe retrograde anti-trans e anti-queer imparino.

Trending

Gianna Nannini: "Carla mi ha salvata, l'unica persona che in tutta la mia vita mi ha sempre sostenuto" - Sei nellanima foto Ralph Palka SNA 491A7764 - Gay.it

Gianna Nannini: “Carla mi ha salvata, l’unica persona che in tutta la mia vita mi ha sempre sostenuto”

Culture - Federico Boni 24.4.24
Mara Maionchi a Belve: "Tiziano Ferro irriconoscente" (VIDEO) - Mara Maionchi a Belve - Gay.it

Mara Maionchi a Belve: “Tiziano Ferro irriconoscente” (VIDEO)

Culture - Redazione 29.4.24
"Io gay e musulmano, immigrato e cittadino: il futuro è dei meticci" Saif ur Rehman Raja racconta il suo romanzo d'esordio "Hijra" - intervista

“Io gay e musulmano, immigrato e cittadino: il futuro è dei meticci” Saif ur Rehman Raja racconta “Hijra” il suo romanzo d’esordio – intervista

Culture - Lorenzo Ottanelli 29.4.24
I film LGBTQIA+ della settimana 29 aprile/5 maggio tra tv generalista e streaming - film queer 2 - Gay.it

I film LGBTQIA+ della settimana 29 aprile/5 maggio tra tv generalista e streaming

Culture - Federico Boni 29.4.24
Iraq LGBT legge anti gay

L’Iraq reintroduce la criminalizzazione delle persone LGBTI+, previsti fino a 15 anni di carcere

News - Giuliano Federico 28.4.24
nava mau baby reindeer

Nava Mau: chi è l’attrice trans* di Baby Reindeer che interpreta il ruolo di Teri

News - Giorgio Romano Arcuri 26.4.24

I nostri contenuti
sono diversi

Guglielmo Giannotta Eugenia Roccella corpo delle donne patriarcato identità di genere stereotipi di genere studi di genere

L’ignoranza di Roccella, il corpo delle donne come causa delle violenze: la risposta di Guglielmo Giannotta

News - Redazione Milano 27.11.23
Tutto ciò che accade è umano: intervista a Donatella Di Pietrantonio - Sessp 15 - Gay.it

Tutto ciò che accade è umano: intervista a Donatella Di Pietrantonio

Culture - Federico Colombo 1.1.24
Andrea Spezzacatena ragazzo dai capelli rosa

Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, al via le riprese del film sulla storia vera di Andrea Spezzacatena

Cinema - Luca Diana 28.4.24
Patriarcato - Unsplash+ In collaborazione con Pablo Merchán Montes

#NotAllMen e la resistenza del patriarcato: uno schiaffo schiocca su un altro rintocco

News - Francesca Di Feo 22.11.23
TIM parità di genere - Lo spot di Giuseppe Tornatore

Cosa ne pensate dello spot sulla parità di genere che fa arrabbiare i Fascisti d’Italia?

Culture - Redazione Milano 4.1.24
transgender allattamento seno

Le mamme transgender e i genitori AMAB possono allattare: lo dice la scienza

Corpi - Francesca Di Feo 22.2.24
femminiciidio libri

Femminicidi, 5 libri sulle barbarie del patriarcato

Culture - Federico Colombo 23.11.23
avvocato-difensore-filippo-turetta-emanuele-compagno

Omofobia, misoginia e victim blaming sui social di Emanuele Compagno, ex avvocato difensore di Filippo Turetta

News - Francesca Di Feo 24.11.23