Il ministero della salute del Vietnam ha affermato che essere LGBTQ+ “non è una malattia”, che “non si può curare nè convertire” in alcun modo. Un documento ufficiale a lungo atteso da parte della comunità queer del Paese, con cui il ministero ha esortato i medici a trattare le persone LGBTQ+ con rispetto.
Il ministero della Salute ha inoltre fermamente condannato le terapie di conversione. La direttiva ha chiesto ai professionisti sanitari di non “interferire né forzare il trattamento nei confronti di queste persone”. Se è necessario un sostegno, il ministero della Salute ha consigliato che esso sia “sotto forma di assistenza psicologica e svolto solo da coloro che hanno conoscenza dell’identità sessuale”.
Phong Vuong – responsabile del programma per i diritti LGBTI presso The Institute for Studies of Society, Economy, and Environment (iSEE) – ha detto ad Al Jazeera che leggere simile direttiva è stato “come vivere un sogno”.
“È qualcosa che non avremmo mai pensato sarebbe successo. Penso che l’impatto sui giovani queer sarà molto, molto evidente”.
Vuong ha sottolineato l’importanza della presa di distanza dalle teorie riparative, l’aver rimarcato come l’omosessualità non si possa curare. “Quando un bambino omosessuale sarà portato in una struttura medica… ora potrà difendersi”.
Kyle Knight, ricercatore senior in materia di salute e diritti LGBT presso Human Rights Watch, ha parlato di “sollievo” nei confronti di innumerevoli persone queer in tutto il Vietnam. “Le persone LGBT in Vietnam meritano l’accesso alle informazioni e ai servizi sanitari senza discriminazioni. La nuova direttiva del ministero della salute è un passo importante nella giusta direzione”.
Knight ha precisato che il ministero della salute del Vietnam ha ora “rafforzato i diritti fondamentali” e che le persone LGBTQ+ avranno finalmente “una base sempre più solida per esprimersi senza timore di reazioni negative”.
Sulla scia della nuova direttiva, i gruppi LGBTQ+ del Paese stanno spingendo per avere una legge che consenta il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La campagna Tôi Đồng Ý, o I Agree, è stata lanciata il 10 agosto e ha già superato l’obiettivo iniziale di 250.000 firme. “È stato fantastico solo partecipare e testimoniare tutto questo”, ha detto ad Al Jazeera Dieu Anh Nguyen, che lavora per ICS a Ho Chi Minh City. “Penso che stiamo facendo la storia”. Un sondaggio del 2016 ha riscontrato che la maggioranza dei vietnamiti sostiene il matrimonio egualitario.
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