Ghana, a rischio 4 miliardi a causa della legge anti-LGBT. E il presidente non l’ha ancora firmata

Il presidente Nana Akufo-Addo non firmerà la contestatissima legge se non avrà il via libera della Corte Suprema.

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La scorsa settimana il Parlamento del Ghana ha approvato una terribile legge omobitransfobica, che impone una pena detentiva fino a tre anni per chiunque sia ritenuto colpevole di identificarsi come LGBTI. In Ghana il sesso tra persone omosessuali era già illegale e prevedeva pene detentive fino a tre anni di reclusione, ma la nuova legge impone condanne detentive anche alla semplice identificazione come persona LGBTI.

Ebbene il Presidente Nana Akufo-Addo non ha firmato la legge approvata dal parlamento, annunciando sui social che “un cittadino preoccupato ha lanciato una sfida alla Corte Suprema sulla costituzionalità della legislazione proposta“.

Akufo-Add ha sottolineato come la legge abbia “sollevato notevoli preoccupazioni in alcuni ambienti della comunità diplomatica sul fatto che il Ghana potrebbe voltare le spalle al suo record, finora invidiabile e di lunga data, di rispetto e attaccamento ai diritti umani allo Stato di diritto”. “Voglio assicurarvi che nessun passo indietro di questo tipo sarà contemplato o provocato”, ha rimarcato il presidente in attesa della decisione della Corte Suprema e già avvertito di una pesantissima ripercussione economica.

Il Ministero delle Finanze del Ghana avrebbe infatti esortato Nana Akufo-Addo a rimandare la firma del disegno di legge perché il Paese potrebbe perdere fino a 3,8 miliardi di dollari (quasi 3 miliardi di sterline) in finanziamenti della Banca Mondiale, influenzando pesantemente la ripresa economica del Ghana.

La contestatissima legge è stata approvata all’unanimità dal parlamento il 28 febbraio. La norma impone inoltre una pena di reclusione di cinque anni per chiunque aderisca, organizzi e formi o finanzi un gruppo LGBTI, mentre la pena detentiva arriva fino ai 10 anni per chi proverà a difendere i minori LGBTQ+. La legge ghanese concede 7 giorni al presidente per firmare le leggi approvate dal proprio parlamento. In caso contrario, ci sono 14 giorni per motivare la firma mancata.

La ricercatrice di Human Rights Watch Larissa Kojoué ha esortato il presidente a porre il proprio veto alla legge, affermando che “va contro gli obblighi internazionali del Paese in materia di diritti umani” “Una legge del genere non solo eroderebbe ulteriormente lo stato di diritto in Ghana, ma potrebbe anche portare a ulteriore violenza gratuita contro le persone LGBT e i loro alleati. Gli attacchi del Ghana ai diritti LGBT contraddicono la sua immagine di sé come una delle nazioni più amichevoli del mondo e come un Paese sicuro, pacifico e ospitale. Il presidente dovrebbe fare la cosa giusta, preservando lo spazio civico e proteggendo le libertà di parola e di riunione, e porre il veto al disegno di legge”.

La direttrice nazionale di Amnesty International per il Ghana, Genevieve Partington, ha descritto l’approvazione del disegno di legge come “scioccante e profondamente deludente”, soprattutto dopo che il Ghana è stato eletto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Partington ha continuato:

“Il disegno di legge è uno dei più draconiani in Africa e cerca di criminalizzare ulteriormente le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Cerca inoltre di punire chiunque sostenga o difenda le persone LGBT, compresi i difensori dei diritti umani, professionisti medici, giornalisti, insegnanti e proprietari di immobili, in violazione del diritto alla libertà di espressione e associazione. Le persone LGBTI hanno già denunciato sgomberi forzati, perdita di posti di lavoro, aumento della violenza e altre violazioni dei diritti garantiti dalla costituzione del Paese, da quando il disegno di legge è stato presentato in parlamento. Amnesty International esorta il presidente Nana Akufo-Addo a rispettare i diritti umani di tutte le persone e a non trasformare in legge questa forma estrema di discriminazione, che colpisce tutti nel Paese”.

L’anno scorso l’approvazione di una simile legge omobitransfobica da parte dell’Uganda spinse la Banca Mondiale a sospendere i prestiti al Paese dell’Africa orientale, perché la legge contraddiceva i loro valori.

Crediamo che la nostra visione di sradicare la povertà su un pianeta vivibile possa avere successo solo se include tutti, indipendentemente dalla razza, dal genere o dalla sessualità. Questa legge mina tali sforzi. L’inclusione e la non discriminazione sono al centro del nostro lavoro in tutto il mondo”.

Il Ghana, per non bissare quanto avvenuto in Uganda e perdere miliardi di dollari, è stata avvisata.

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