Aiutiamo Milena Cannavacciuolo, fondatrice di Lezpop in riabilitazione dopo il coma. Parte la raccolta fondi

Voce della comunità lesbica nazionale, Milena è stata a lungo in coma per poi riuscire a riacquisire coscienza. Ora è a casa ma ha bisogno di aiuto costante. "I sussidi pubblici non bastano".

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Chiunque abbia almeno 30 anni non può non conoscere Lezpop, luce sul mondo lesbico, bisessuale e queer fondato da Milena Cannavacciuolo. Uno spazio felice, fatto di informazione, condivisione, gossip, realtà, passato alla storia per la celebre “sindrome della poiana”, che indicava la tendenza di molte pellicole a tema lesbico di concludersi con un finale tragico, generalmente la morte violenta di una delle protagoniste. Definizione che derivava dal film “L’altra metà dell’amore” (in inglese “Lost and delirious”), nel cui finale Paulie si suicida gettandosi dal tetto di un collegio assieme al suo animale di compagnia, per l’appunto una poiana.

Lezpop non esiste più da tempo, con Milena Cannavacciuolo che ha continuato attivamente a fare attivismo LGBTQIA+, fino a due anni fa, quando ha avuto una grave emorragia cerebrale mentre si trovava a Venezia, per lavoro. Milena è stata a lungo in coma e i medici temevano che sarebbe rimasta in stato vegetativo, ma lentamente è riuscita a riacquisire coscienza. Ha dovuto cambiare quattro ospedali e affrontare un lungo percorso di riabilitazione, perché l’emorragia ha colpito la parte del cervello che governa il corpo.



 

Oggi Milena è tornata a casa. Riesce in parte a controllare il braccio destro, ma non può muoversi da sola né parlare, e si alimenta con la nutrizione artificiale. Comunica attraverso una tavoletta alfabetica o il computer, ha bisogno di proseguire la riabilitazione con il fisioterapista e il logopedista e di assistenza continua, anche per gestire il diabete di cui soffre da quando aveva 15 anni. Accanto a lei, fisicamente, ci sono la compagna Marina, le amiche, gli amici e la fedelissima carlina Ripley, che hanno dato vita nelle ultime ore ad una raccolta fondi per aiutarla. D’altronde c’è bisogno di un’assistenza necessaria per garantirle qualità di vita. Purtroppo i sussidi pubblici non bastano a coprire tutte le spese, comprese quelle per l’affitto a Milano, per le tre operatrici sanitarie che devono alternarsi nella sua assistenza e parte delle terapie e dei presidi medici, perché quelli passati dagli enti competenti non sono sufficienti.

“Ora però non riusciamo più ad andare avanti da soli e abbiamo bisogno di aiuto”. “Lo chiediamo prima di tutto a quella comunità per cui Milena ha fatto tanto ed è stata un punto di riferimento con Lezpop”, hanno precisato la sua compagna Marina, le amiche e gli amici. “Milena ricorda sempre con commozione le adolescenti che le descrivevano la felicità di trovare Lezpop e una comunità in cui potevano finalmente essere loro stesse con leggerezza quando cercavano la parola “lesbica” sui motori di ricerca, e non trovavano solo film porno! Oggi tutto è diverso, ma se è cambiato in meglio è anche grazie al lavoro di Milena, che ha toccato e ispirato tante persone”.

La raccolta fondi, che è arrivata ai 17.000 euro, punta ad almeno 60.000 euro, per pagare le spese per il prossimo anno e mezzo e per permettere a Milena di proseguire al meglio con la riabilitazione. Ogni contributo, anche il più piccolo, è essenziale. “Se riusciremo ad arrivare all’obiettivo e a superarlo, potremo garantirle anche parte dell’assistenza dei prossimi anni”.

Ad oggi, le spese per l’assistenza a Milena sono davvero ingenti.

Tra 4.500 e 5.000 euro al mese circa per le tre badanti si occupano di lei. La cifra totale varia perché se una di loro si ammala, prende un permesso o va in ferie vanno pagati gli straordinari alla sua sostituta.

Tra 700 e 1.000 euro al mese circa per i farmaci e i presidi medico-sanitari che non vengono passati o vengono passati solo in parte dall’assistenza sanitaria pubblica. Spesso infatti il materiale sanitario che serve per far funzionare i presidi salvavita di cui necessita Milena è in quantità insufficiente rispetto al suo reale fabbisogno, oppure arriva in ritardo per problemi burocratici o entrambe le cose. Milena inoltre ha bisogno di farmaci e integratori che non sono mutuabili.

600 euro al mese per la quota di Milena per l’affitto di casa.

Milena riceve 800 euro al mese tra accompagnamento e pensione di invalidità, a cui si aggiungono 1.200 euro al mese di contributo regionale riservato alle persone non autonome. Milena infine ha un reddito mensile di 1.200 euro lordi. Ogni mese, dunque, vengono spesi 3.400 euro in più rispetto alle entrate.

I soldi raccolti serviranno a coprire questa differenza.

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