Giuseppe Zeno, bellezza ed intensità mediterranea

E' uno dei più promettenti attoriitaliani. Nato in una famiglia di pescatori calabresi è ritornato nella sua Tropea da star per recitare in 'Gente di Mare 2'. Talento e studio la ricetta del successo

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Giuseppe Zeno è

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considerato uno degli attori italiani di maggior talento, un film ed una serie tv dopo l’altra. Da Settembre è in video ogni martedì con ‘Gente di Mare2, su Raiuno, e poi la fiction ‘Moscati’ ed ‘In fuga con Marlene’. Prossimamente vestirà nuovamente i panni del giudice Santi nella seconda serie de ‘L’onore ed il rispetto’, ed affiancherà il suo mito Favino in ‘Di Vittorio’, fiction che racconterà la vita del sindacalista pugliese. Una carriera in costante ascesa per l’attore napoletano, cresciuto in Calabria, a Tropea, dove è tornato per recitare la fiction ‘Gente di Mare’, e dove è nato il suo sogno di fare l’attore. Un artista eclettico, che nelle sue varie interpretazioni si è calato nei panni del boss mafioso così come in quelli dell’innamorato sensibile, nei panni di un onestissimo giudice e di un pugile gay.

Com’è nata la tua passione per la recitazione?E’ nata sin da giovanissimo, ma non è stata semplice inseguirla. Mio padre aveva un peschereccio e voleva che continuassi la sua attività di pescatore. Ho lottato con tutte le mie forze per fare l’attore, provocando un dispiacere a mio padre, che solo da poco ha imparato ad apprezzare questo mio mestiere.

Il mestiere d’attore richiede grande preparazione, vero?
Certo! Ho iniziato a studiare all’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria, e grazie a dei docenti di primo ordine ed al mio impegno, sono riuscito a formare le basi per la mia carriera attuale.

Oggi vieni considerato dalla critica come uno degli attori di maggior talento che abbiamo in Italia. Soddisfatto?
Sì, soprattutto se penso ai tanti sacrifici che ho fatto per perseguire il mio sogno. Solo fino a qualche anno fa, per sostenere le spese dei miei studi, facevo il cameriere in un locale romano, nel bellissimo quartiere di Trastevere. Una zona della capitale che mi è rimasta nel cuore, e che torno a visitare ogni volta che posso.

Le critiche positive portano spesso gli attori a sentirsi in qualche modo arrivati…Al contrario io non mi sento affatto arrivato. Sono felice per tutto quello che mi sta accadendo, ringrazio tutti coloro che hanno creduto in me e che mi hanno dato un opportunità. Ma, credimi, tutto ciò che ho fatto me lo sono conquistato da solo e con le mie forze. Un vero e bravo attore non dovrebbe mai sentirsi arrivato, perché credo che ci sia sempre da imparare.

Tu continui a studiare?
Continuamente. Ogni nuovo ruolo per me è una grande possibilità di mettermi in gioco, di misurarmi con una storia diversa. E per far questo al meglio bisogna studiare, documentarsi, calarsi nella parte, visitare i luoghi in cui il personaggio che andrai ad

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interpretare ha vissuto. Il ruolo d’attore porta inevitabilmente a metterti in discussione ogni volta, e lo studio rimane la prima regola da perseguire per chi vuole crescere e diventare grande in questo lavoro.

C’è un attore al quale ti ispiri?
Posso dirti che un attore che stimo particolarmente è Pierfrancesco Favino. Ne sono rimasto folgorato guardando ‘Romanzo Criminale’ di Michele Placido, ed ora ho avuto la fortuna di recitare al suo fianco.

Infatti sarai il co-protagonista del film per Rai Uno ‘Di Vittorio’, dove Favino interpreterà appunto il sindacalista pugliese.Mi hanno scelto per interpretare il ruolo del suo antagonista. Questo mi lusinga davvero. Abbiamo girato per tutto il mese di Ottobre nella provincia di Bari, e quando l’ho incontrato il primo giorno, durante le prova costume, ero felice come un ragazzino.

Cinema, teatro, fiction televisive, ma niente gossip. Nulla o poco si sa della tua vita privata. Perché?E’ una mia scelta personale. Ho faticato tanto e troppo per costruire la ma carriera sulla professionalità e la preparazione, per cui non credo ci sia bisogno di andare a feste e cadere nella rete dei paparazzi per farsi valere come attori. Non amo parlare della mia vita privata ed affettiva. Con unica eccezione: quando parlo dei miei genitori che amo e stimo e che oggi ringrazio.

Proprio un ragazzo dolce e con la testa sulle spalle. Esattamente all’opposto del ruolo che stai interpretando nella fiction di successo ‘Gente di Mare2’. Il tuo personaggio infatti è Tony Amitrano, il cattivo boss della mafia.Quando recito indosso una maschera, mi calo in un determinato personaggio , cercando di interpretarlo al meglio. In ‘Gente di Mare2’ sono, per esigenze di copione, uno spietato, ma nella vita sono al contrario molto buono e generoso.

I valori per te più importanti?La famiglia, gli amici, e di conseguenza il rispetto e l’onestà.

In questo ultimo anno i tuoi sforzi sono stati premiati con importanti riconoscimenti. Un annata grandiosa per te?Ne ho presi due importantissimi in Calabria, terra nella quale sono cresciuto, uno dei quali dedicati alla memoria di Raf Vallone, altro attore di gran talento e mio riferimento.

Nella tua carriera hai interpretato anche il ruolo di un pugile gay. E’ stato difficile per te calarti nei panni di un omosessuale?
Assolutamente no. Anche in questo caso bisognava vestire i panni di un personaggio. E’ stato come interpretare qualsiasi altra storia, nessuna distinzione.

A proposito il tuo rapporto con il mondo omosessuale com’è?Non giudico mai la gente dal punto di vista della propria sessualità. Sono eterosessuale, ma creo connessioni ed amicizie al di là delle preferenze sessuali di ognuno. E’ bello guardare oltre, e stimare la gente per l’onestà e la professionalità, non certo per quello che si fa a letto. Tra l’altro alcuni dei miei più stretti collaboratori sono gay, e sono persone che stimo profondamente. Sono anche amici che

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frequento al di fuori dell’ambito lavorativo. 

Ultima domanda per chiederti del tuo impegno a favore dei bambini che soffrono. Vuoi dirci qualcosa in più?
Sono un donatore di sangue. E’ grazie ad una mia amica, che ho scoperto quanti bambini soffrono a causa anche della carenza di sangue. In Italia sono ancora pochi i donatori, e tutti coloro che già lo fanno dovrebbero invitare anche i loro amici a donare il sangue.

(le foto contenute nell’articolo sono di Adriana Soares)

di Michele Sabia

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