“Mettitelo in testa”: a questo slogan è stata associata un’immagine che sta agitando gli animi. Nella campagna contro l’AIDS affissa nella metropolitana di Torino in vista del 1° dicembre, giornata mondiale della lotta contro il virus dell’HIV, la ragazza con un preservativo attorno al capo, a mo’ di aureola, non sta piacendo a tutti.
Per il promotore della campagna, l’eurodeputato dei Socialisti e democratici (Pd) Daniele Viotti, la provocazione ha funzionato e ha colto nel segno. Invece alla Diocesi di Torino la pensano un po’ diversamente: “Il tema va ripreso, non bisogna mollare perché l’Aids è ancora una malattia che colpisce tante persone” dice Don Paolo Fini. Però la scelta di associare il preservativo al segno della santità non piace: “Le immagini choc non è detto che siano di buon gusto e che abbiano poi gli effetti sperati. Molta pubblicistica insegna che l’approccio deve mirare ad altre cose. Bisogna essere uniti in questa battaglia, ma evitando di fare una comunicazione che può offendere qualcuno senza ottenere l’effetto sperato”.
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Più che altro bisognerebbe pensare a un messaggio per i giovanissimi con immagini diverse. Questa va bene per gli ultra 30 enni. Gli under non sono molto religiosi
Perché associare un preservativo, dispositivo medico che serve per evitare malattie, alle icone sacre sarebbe blasfemo?
Comunque è ormai da un secolo che l’arte e poi la comunicazione pubblicitaria provocano usando immagini religiose, ancora qua a strapparsi le vesti?
hahahahahahahaha ma che cavolo…..???