La PrEP è uno strumento sessuale solo per uomini cisgender bianchi e con un livello socio-economico elevato che vivono nelle grandi città? Forse la storia sta cambiando.
Andare oltre gli stereotipi di genere e orientamenti sessuale e sognare un mondo di rigenerata sessualità queer libera e in salute. È quello che è successo a Roma nelle giornate del PrEP Camp, organizzato da PrEP in Italia e Plus Roma grazie a una donazione di ViiV Healthcare.
18 persone hanno rappresentato le diverse soggettività nel migliori dei modi, dalla Sicilia al Veneto, dalla comunità gay e bisex a quella delle persone queer e delle persone trans*, dalle persone che praticano sex work fino alle donne cisgender e persone con utero.
Quattro di queste hanno condiviso con noi la propria storia ed è stato bellissimo.
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La PrEP raccontata da Claudia, 40 anni, persona con utero
Claudia, 40 anni, è venuta a conoscenza della PrEP sui social network, soprattutto grazie ai contenuti divulgativi di Marco (Bastian Bux) e PrEP in Italia ed è entrata nel percorso PrEP di Milano Check Point ad aprile 2023. Claudia, in quanto persona con utero, prende la PrEP tutti i giorni, poiché lo schema di assunzione on-demand non funziona per il sesso vaginale. Assumere la PrEP fa sentire Claudia molto più tranquilla e serena, soprattutto nel non dover più negoziare l’uso del preservativo, che spesso può comportare a situazioni giudicanti a causa della dilagante sessuofobia (e nel caso delle donne anche dalla misoginia) nella nostra società. Purtroppo, volersi proteggere, determinarsi, che sia con il condom o con la profilassi farmacologica, è visto ancora come qualcosa di controverso, tanto che lo stigma nei confronti dell’Hiv fa si che le persone spesso preferiscano non sapere, o non voler sapere.
La PrEP raccontata da Marcello, 37 anni, che l’ha scoperta su Grindr
Marcello, 37 anni, è venuto a conoscenza della PrEP sulle app di dating (Grindr®) una decina di anni fa, ma ha deciso di iniziare ad assumerla da circa un anno e mezzo. Per Marcello, la PrEP è stata liberatoria dallo stigma e dalle paranoie nei confronti dell’Aids, che caricavano di ansia e paura la sua sessualità. E’ un modo per sentirsi semplicemente protetto e sicuro, in modo da potersi esprimere sessualmente in modo più libero. Tuttavia, sembra essere ancora molto complicato avere accesso alla PrEP in Sardegna, la regione in cui vive Marcello.
La PrEP raccontata da Carlotta, 37 anni, che spiega come la sua vita sessuale sia cambiata tantissimo
Carlotta, 37 anni, prende la PrEP invece da due anni. È venuta a conoscenza della PrEP frequentando la comunità degli MSM, gli uomini che fanno sesso con gli altri uomini che gli hanno spiegato che esisteva una pillola che poteva proteggere dall’Hiv. E come spesso accade, è stata una scoperta sorprendente, che lascia incredulə al fatto che non tutte le persone siano messe a parte dell’esistenza della profilassi per l’Hiv. La vita sessuale di Carlotta è cambiata tantissimo con la PrEP, riuscendo così ad avere un approccio estremamente più sereno alla sessualità, esponendosi e esplorando molteplici nuove pratiche, raggiungendo così una narrazione molto più positiva della sessualità.
La PrEP raccontata da Lorenzo, 50 anni, che ha vissuto in prima persona la crisi dell’AIDS
Lorenzo, 50 anni, è in PrEP da circa un paio d’anni. Ne è venuto a conoscenza nei social e leggendo articoli divulgativi. Lorenzo fa parte della generazione che ha cominciato ad esplorare la sessualità in piena crisi dell’Aids, ovvero in quelle decadi in cui l’Aids era la maggior causa di mortalità, soprattutto nella comunità LGBT+, dove non c’erano trattamenti efficaci a contrastare l’infezione da Hiv, quando troppo frequentemente unə amicə se ne andava, quando l’attivismo si è spostato dalla liberazione sessuale all’auto-organizzazione per la sopravvivenza. Insomma, dagli anni ‘80 alla fine dei ‘90, gli anni più bui della storia dell’Aids. Per Lorenzo, usare la PrEP equivale a sentirsi libero e protetto nel vivere la sessualità, ed è inoltre un modo per proteggere anche le altre persone: la PrEP è effettivamente uno strumento di protezione collettivo oltre che individuale.
E cosa desiderano Claudia, Marcello, Carlotta e Lorenzo per il futuro?
La gratuità è sicuramente stato un primo grande passo per le persone che utilizzano PrEP, ma questo non basta. Il desiderio è che presto in tutto il territorio nazionale sia garantito l’accesso alla PrEP universale e gratuita. Inoltre, è fondamentale che presto siano approvati anche in Italia nuovi regimi terapeutici, come la PrEP long acting, approvata quest’estate da EMA (l’agenzia regolatoria del farmaco europea) e già da oltre un anno da FDA (quella americana).
E’ necessaria una diffusione per tutte le differenti soggettività, dalla comunità LGBTQ+ alle persone tutte, perché solo così potremo un giorno raggiungere l’obiettivo di zero infezioni da Hiv e soprattutto vivere una nuova epoca di liberta sessuale queer, senza stigma, senza paura, finalmente liberə di esprimerci.
Attivistə, libertà, uguaglianza e sorellanza: facciamolo!