La lettura di Amicizie profane (Fandango Libri, 2021) dello scrittore americano Harold Brodkey (1930-1996) è un viaggio sensuale nei meandri della memoria. L’autore, tra i grandi nomi della letteratura statunitense del secolo scorso, appartiene alla generazione di Philip Roth e Cormac McCarthy, e la previsione è che possa finalmente approdare a una consacrazione analoga anche nel nostro Paese, dove tra l’altro si era trasferito sul finire degli anni ’80.
La sua produzione letteraria va dal 1957 agli anni ’90, ma è stata anche caratterizzata da rinvii e lunghi momenti di silenzio. Al genere romanzesco Brodkey si è rivolto poco e tardivamente, e Amicizie profane (edito per la prima volta nel 1994) costituisce il suo secondo tentativo dopo la stesura decennale, travagliatissima e peraltro mai conclusa di L’anima in fuga (1991).
Il libro
Amicizie profane è un romanzo di grande respiro dove finzione ed elementi autobiografici costituiscono la trama e l’ordito di una narrazione fluida e mutevole, compiaciutamente novecentesca, che imita i meccanismi più sottili che sottendono il lavorio incessante della memoria. La storia è il racconto dell’amicizia fra Nino e Giangiacomo (conosciuto da tutti come Onni), un legame così profondo che il tempo, la vita e gli eventi possono modificare ma non spezzare.
Nino, protagonista e voce narrante del libro, è il figlio minore di uno scrittore americano di successo che, negli anni ’30, sceglie Venezia come luogo in cui lavorare e trasferire la propria famiglia. Bello e delicato, sensibile e romantico, Nino intuisce molto presto, prima ancora che possa spiegarselo a parole, che l’amore nelle sue infinite sfumature e manifestazioni è ciò che lo interessa di più nella vita. Quando conosce Onni è ancora un bambino; a colpirlo del compagno di scuola sono la sua bellezza e la sua grazia straordinarie, due qualità che lo stesso Nino, fino a quel momento, si era convinto di possedere in via esclusiva.
L’amicizia fra i due fiorisce malgrado la diversità. Non solo quella nazionale (americano l’uno e italiano l’altro), ma anche la politica, l’ideologia fascista e le rispettive famiglie ci mettono del proprio per ostacolare questo rapporto a tratti sconveniente. Momentaneamente separati dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, quando i due amici si incontrano di nuovo si rendono conto che la guerra ha cambiato troppe cose e che loro stessi non sono più i bambini di un tempo; adesso sono degli adolescenti, degli adolescenti tenebrosi e affamati di nuove esperienze che hanno imparato a servirsi dei loro corpi per soddisfare la propria curiosità.
Una grande lezione di stile
Amicizie profane è un romanzo di iniziazione alla vita e ai suoi misteri, una parabola che, usando toni modulati e immagini altamente espressive, descrive la scoperta dell’intimità come una catena di riti di passaggio. L’attrazione che divampa fra i due ragazzi è un percorso accidentato all’interno di uno molto più grande e che conduce verso la scoperta di sé. L’erotismo adolescenziale possiede molti lati oscuri e contraddittori che rende spesso decisamente azzardata qualsiasi conclusione riguardo all’orientamento sessuale; Brodkey, perfettamente consapevole di ciò, gioca con i dubbi e la giovane età dei suoi protagonisti tratteggiando un’atmosfera sospesa e onirica che in buona parte si lascia plasmare dal moto delle acque lagunari in cui la vicenda è ambientata.
«Sembra una caratteristica umana sapere qualcosa e allo stesso tempo non saperla ancora del tutto. Vivere tra il sapere e non-sapere, pericolosamente nella realtà e per certi versi in modo stravagante, sciocco, significa avere un’identità».
L’incedere frammentato, linguisticamente opulento, mnemonicamente capriccioso e a tratti perfino ipnotico della prosa di Harold Brodkey è illuminato da brani di autentica bellezza stilistica e da riflessioni che, da parte dell’autore, rivelano immersioni abissali e prolungate negli anfratti della psiche umana, proprio là dove nascono i sentimenti.
Amicizie profane è un’opera di spessore letterario indubbio che appaga e gratifica i suoi lettori. La storia coinvolge e la scrittura affascina e, sebbene chiunque sia destinato a restare irretito da come Brodkey arriva a modellare ogni dettaglio della pagina, è inutile nascondere che il lettore che ha familiarità con certi grandi autori del XX secolo, da Proust a Joyce, sarà quello a entrarvi maggiormente in sintonia. Amicizie profane ribolle e muta costantemente sotto agli occhi di chi legge; ciò lo rende una grande-piccola epopea che trasforma le esperienze private, sentimentali di due ragazzi in un evento universale che a ogni generazione ripete i suoi misteri, i suoi riti, le sue paure e la sua irresistibile fascinazione.
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