Bionda, biondissima (anche se prima era mora), viso che buca il video e starebbe benissimo anche sul grande schermo e una voce che se in passato si è prestata al rock blues oggi è al servizio di brani indie pop. Questi i segni particolari di Angelica, cantautrice che lo scorso 8 marzo ha pubblicato il terzo disco solista Sconosciuti Superstar.
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Classe 1989, la brianzola Angelica Schiatti si è fatta conoscere nel 2013 come cantante della band Santa Margaret. Conclusa quell’esperienza, nel 2019 ha inciso il suo primo album Quando finisce la festa, seguito nel 2021 da Storie di un appuntamento. E pensare che l’amore per la musica è nato grazie a un’otite che l’ha colpita a 12 anni durante l’estate. Costretta a letto ha chiesto in regalo ai genitori una radio. Nel lettore cd il negoziante ha dimenticato il cd One dei Beatles e per lei è stato amore al primo ascolto.
Composto da 11 tracce e scritto con la partecipazione di Calcutta e Domenico Finizio, il nuovo progetto di Angelica contiene melodie appiccicose sopra un sound variegato ma omogeneo allo stesso tempo: si passa dalla disco a ballate organiche, perché la cantautrice mescola tutto quello che le piace senza porsi limiti. Un album che lei stessa definisce “curativo ed evolutivo”. Realizzare Sconosciuti Superstar è stato per l’artista un viaggio non semplice – più che altro dal punto di vista emotivo – “doloroso, impegnativo ma divertente”. All’inizio di questo percorso sentiva di essere arrabbiata, e ne è uscita una persona nuova.
In 30 minuti di musica tornano spesso le immagini dello scavare dentro di sé, toccare il fondo, imparare a galleggiare anche dove l’acqua è profonda e inizialmente incute timore. È la paura di non essere abbastanza che si affaccia a più riprese, ma una volta affrontata ecco che questa stessa si trasforma in libertà e voglia di leggerezza.
Un disco intimo, perché nato sostanzialmente in casa, e sicuramente sincero. Sì, perché se è facile mostrarsi integerrimi e immacolati, servono decisamente coraggio e voglia di essere onesti fino in fondo per cantare un verso come: “Non mi riconosco più […] Sto diventando tutto quel che ho schifato fino a qua”, nella deliziosa Acqua ossigenata.
Non è meno schietta La mia metà, che Angelica definisce “canzone-cruditè”. Il ritornello forse più sincero che la cantautrice abbia mai cantato (“Mi fa schifo mezzo mondo, e non mi ha chiesto mai neanche il permesso”) con un valore oseremmo dire catartico. “È stato così liberatorio farlo che poi mi sono sentita molto meno in conflitto col mondo” spiega sui social.
Analizzarsi e mettersi in discussione può voler dire anche trovarsi di fronte a sentimenti di non facile gestione come l’odio. È il caso del brano Grazie a te, che porta alla luce un’emozione che spesso cerchiamo di reprimere perché difficile da accettare e da far comprendere agli altri. Angelica però ha le idee chiare in merito: “L’odio è un sentimento, come la rabbia, che se sfogato in maniera costruttiva non è pericoloso, è nobile”.
E in questo viaggio di alleggerimento del proprio io bisogna imparare anche a lasciare andare. Cosa? Un po’ tutto: le emozioni che dopo averci attraversato ci abbandonano, le persone che se ne vanno, le parole che cadono per terra. È questo il senso di Bye Bye, brano grazie al quale “è come se avessi messo un punto (di sutura) perché a volte le canzoni sono più brave dei dottori a medicare”.
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