La storia di un amore infinito, a lungo teneto segreto, doloroso, mai dimenticato. Non Mentirmi, romanzo di Philippe Besson edito in Italia da Guanda, sbarca al cinema grazie allo splendido e struggente adattamento di Olivier Peyon, trainato da Guillaume De Tonquédec e dal 29enne Victor Belmondo, figlio del leggendario Paul. Uscito in patria a inizio 2023, Arrête avec tes mensonges – Lie With Me è in concorso al Lovers Film Festival di Torino, dove è stato accolto da calorosi e più che meritati applausi.
Un romanzo autobiografico, quello scritto da Besson, che si è messo a nudo come mai prima, consegnandoci la storia di un amore travolgente e impossibile da lui vissuto in giovane età.
Il romanziere Stéphane Belcourt accetta con riluttanza di sponsorizzare il bicentenario di un famoso cognac, tornando così nella città dove è cresciuto dopo 30 anni d’assenza. Qui incontra Lucas, figlio del suo primo amore, mai cancellato perché improvvisamente naufragato, lasciando dietro di sè solo indelebili fotografie e quesiti senza risposta. Un incontro che lo costringerà a rivivere una storia per lui fondamentale, travolgendolo con un fiume in piena di ricordi.
Giocando sapientemente con il tempo, Philippe Besson pennella i lineamenti di una storia d’amore d’altri tempi, nata quando l’omosessualità andava vissuta in silenzio, di nascosto, con paura e vergogna. Tutto ha origine nel 1984, tra i banchi di scuola, quando Philippe e Thomas incrociano le proprie esistenze. Il primo è un ragazzo intelligente, abile scrittore di buona famiglia, con occhiali da vista e un’omosessualità apparente vissuta senza imbarazzi. Il secondo è un ragazzo taciturno, tormentato, un bad boy incapace di accettare la propria vera natura. In pochi mesi la passione li coinvolge. La stanza di Philippe, protetta da occhi indiscreti, diventa il loro regno segreto dove fare l’amore, conoscersi, scoprirsi, iniziare ad amarsi. Ma Thomas non riesce proprio ad accettare quella parte di sè, quell’amore per lui inammissibile. E sparisce. 30 anni dopo Philippe è uno scrittore famoso, appagato, omosessuale dichiarato e sentimentalmente infelice. L’incontro con il figlio di Thomas, Lucas, lo aiuterà a voltare finalmente pagina, ad avere risposte a lungo cercate, a ritrovare la pace interiore, ad abbracciare un “ti amo” mai esplicitato per quanto infinitamente agognato.
Olivier Peyon semina con sapienza verità su questo rapporto travolgente e impossibile, rievocando una giovinezza lontana con un racconto a ritroso, che riavvolge decenni di vita vissuta solo a metà. L’intimità tra i giovani Thomas e Philippe è sincera e di accecante bellezza, la passione sessuale tra i due adolescenti straborda com’è normale che sia, vista l’età dei protagonisti. Besson prima e Peyon poi hanno rievocato un’epoca in cui l’omosessualità era un tabù, a tal punto da preferire l’infelicità perenne, pur di non accettarla ed accettarsi, preferendo troncare rapporti d’amicizia e d’amore, rovinare famiglie, strappare vite.
Impossibile non pensare a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, dinanzi ad “Arrête avec tes mensonges“, film di rara dolcezza che esplicita il desiderio, mostrando corpi che si fondono l’uno nell’altro, occhi sognanti che si guardano pur sapendo che mai potranno farlo fino in fondo, dando forma ad un amore intenso e nascosto, eterno per quanto duro.
Un coming-of-age generazionale che abbraccia quattro decenni, con la naturalezza dei sentimenti ad addolcire la ruvidezza della paura, della mancata accettazione di sè, della repressione che inevitabilmente porta all’infelicità. Una storia di bugie e segreti che necessitano di emergere e venire alla luce, dopo aver passato decenni al buio, rimarcando il dolore inferto dall’omofobia interiorizzata, la normalità assoluta dell’amore che inevitabilmente si fa irresistibile bellezza.
Un’opera delicata e struggente che meriterebbe una distribuzione cinematografica nazionale, o per lo meno in streaming, andando oltre il Lovers. Tra le tante porcherie importate in Italia, sarebbe delittuoso lasciare oltre i nostri confini Arrête avec tes mensonges di Olivier Peyon.