Arriva domani su Netflix Maestro di Bradley Cooper, attesissimo e meraviglioso “biopic” dedicato al genio di Leonard Bernstein, ovvero il più celebre direttore d’orchestra della storia d’America. Cooper, 49 anni il prossimo 5 gennaio, ha lavorato per sei anni al progetto, da lui magnificamente sceneggiato, prodotto, diretto e interpretato. Nove volte candidato agli Oscar, senza mai vincerne uno, l’attore punta quest’anno al poker di candidature, dopo essersi fisicamente trasformato in un Leonard Bernstein ipnotico, debortante, apertamente bisessuale.
Maestro è infatti un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein, sua moglie, qui interpretata da un’immensa Carey Mulligan. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore.
Un matrimonio contraddistinto dall’infedeltà di Leonard, che mai tace all’amatissima Felicia la sua bisessualità. Lei conosceva i suoi trascorsi con gli uomini, lui le dice “proviamoci comunque”.
Intervistato da Il Venerdì, Cooper ha giustamente ricordato come “la relazione con la moglie” fosse “molto aperta, così poco ortodossa rispetto a quella che hanno la maggior parte delle persone, la fluidità sessuale di Lenny non è mai stata nascosta. Erano misteriosi, complessi, sfrenati, profondi e sapevano davvero ridere insieme e divertirsi”.
E tutto questo nel film co-prodotto da Steven Spielberg e Martin Scorsese si vede. Dal rapporto d’amicizia e d’amore con David Oppenheim, interpretato da Matt Bomer, ai flirt ostentati con i suoi alunni, fino alle discoteche gay dei primi anni ’80.
Solo nel 1976 Bernstein decise di non tacere più il proprio orientamento sessuale, lasciando sua moglie per andare a convivere con il direttore d’orchestra Tom Cothran. Ma quando a Felicia venne diagnosticato un tumore, lui tornò da lei per occuparsene fino alla sua morte, avvenuta nel 1978. Successivamente Leonard ebbe anche una relazione di 10 anni con l’assicuratore giapponese Kunihiko Hashimoto.
Cooper, che non è mai stato tanto bravo sia come attore che come regista, ha saputo cogliere le mille sfumature di un genio, la sua assoluta libertà, privata e professionale, pennellando una relazione più unica che rara con incredibile e commovente maestria. I figli di Leonard e Felicia hanno concesso a Bradley Cooper carta bianca per l’utilizzo dell’intero catalogo compositivo di papà Bernstein, rimanendo impressionati dal lavoro portato avanti dal divo, che punta ora all’exploit Netflix e soprattutto Academy, dopo le 8 nomination già strappate ai Critics Choice Awards e le 4 ai Golden Globes.
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