Il “caso del bollino nero“, poi rivelatosi clamoroso abbaglio perché cappello di scena, ha accompagnato l’uscita di Gloria, fiction diretta da Fausto Brizzi che ha segnato il ritorno in Rai di Sabrina Ferilli, qui negli abiti di una diva con una naturale propensione verso il melodramma e l’eccesso che pur di tornare in auge finge di avere un male incurabile. E con un fratello gay, intento ad unirsi civilmente con un maresciallo dei carabinieri.
L’uscita di una featurette su Raiplay aveva fatto gridare alla censura, per quell’enorme cappello nero a coprire il bacio tra i due innamorati ad unione civile officiata da Sabrina Ferilli, e ora che le 6 puntate di Gloria sono andate interamente in onda possiamo certificare l’abbaglio preso. Perché Gloria, nata da una sceneggiatura di Roberto Proia, ha in realtà raccontato e mostrato l’amore tra Sergio e Filippo, interpretati da Luca Angeletti e David Sebasti, con indubbia semplicità e dolcezza, senza sensazionalismi ed eccessi di alcun tipo. E con la messa in onda di quella scena che si temeva ‘oscurata’, perché dietro quel cappello Sergio e Filippo si sono scambiati il più che doveroso bacio d’amore. Senza censure. Il bacio ‘nascosto’ ai presenti alla cerimonia è stato comunque mostrato ai telespettatori.
Un’intera puntata è stata dedicata alla loro unione civile, con i due mostrati anche in intimità, a letto abbracciati e accoccolati, sul divano avvinghiati, sempre con una parola di conforto l’uno nei confronti dell’altro. Qui la penna di Roberto Proia, direttore area cinema e produzione di Eagle Pictures, ha lasciato il segno e marcato il territorio, 12 anni dopo aver scritto il delizioso e all’epoca sottostimato Come non detto di Ivan Silvestrini, titolo queer con protagonisti Josafat Vagni, Monica Guerritore, Antonino Bruschetta e un Francesco Montanari in abiti drag.
Sulla “qualità” di Gloria, con uno script clamorosamente allungato e snaturato per diventare serie e un finale così follemente aperto da risultare irrispettoso nei confronti dello spettatore medio, si potrebbe aprire un altro capitolo, ma l’accusa di ‘censura omofoba’ certamente non le appartiene. Anzi, forse proprio Sergio e Filippo sono i due personaggi più lineari e credibili dell’intera truppa.
Nella Rai a trazione meloniana che per 9 mesi rinvia un programma sull’arte drag per poi non rinnovarlo pur trovandosi dinanzi ad un incontrovertibile successo di pubblico, sembrava che Gloria potesse essere andata incontro a simile destino, tra bollini fake e cappelli censorei, ma così non è stato. E noi tuttə non possiamo far altro che celebrare qualcosa che dovrebbe essere la norma, ovvero l’assoluta libertà in ambito artistico, che possa e voglia rappresentare tutti i tipi di amore e di famiglia.
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