Avete presente la Francia? Quella dei Pacs che tanto abbiamo invidiato? Bene, le cattive notizie arrivano anche dai cugini d’Oltralpe. Roselyne Bachelot, ministra della Sanità del governo Sarkozy ha siglato un decreto che allunga l’età per le donazioni di sangue portandola da 65 a 70 anni. Peccato che anche la nuova versione della norma contenga il divieto per i gay di diventare donatori. Naturalmente sono scoppiate le polemcihe che hanno costretto la ministra a chiarire la propria posizione. Lei ha scelto di farlo dalle pagine del quotidiano Liberation. La bachelot ha spiegato di avere chiesto pareri ad esperti e agenzie sanitarie per avere il massimo delle informazioni possibili sul tema e di avere ricevuto risposte sulla stessa linea.
Pare che il problema sia il periodo di latenza, che può essere anche di molti giorni, che passa dal momento in cui una persona viene a contatto con il virus a quando questo circola nel sangue e diventa, quindi, rilevabile da appositi esami. Ma cosa c’entra questo, direte voi, con l’esclusione dei soli gay dalla possibilità di donare il sangue? Alla ministra sono stati forniti dati epidemiologici giudicati incontestabili: il contagio riguarda un numero compreso tra il 10 e il 18% dei gay, ma solo lo 0,2% degli etero.
Numeri che letti così lasciano pochi dubbi, ma che andrebbero interpretati diversamente dato che la popolazione omosessuale pare non superi il 10% del totale. Come dire il 18% del 10%, contro lo 0,2% del restante 90%. Ma sentiamo come ha conlcuso le sue dichiarazioni la ministra: "Non si tratta di un’opzione filosofica, ma di sicurezza – ha detto Roselyne Bachelot -; non posso far correre rischi ai malati, ma sono pronta a prendere in esame ogni cambiamento. Del resto, anche gli altri Paesi Ue sono su questa linea".
E non è la sola, dobbiamo aggiungere. Gli States si spingono più in là: la Drug and Food Administration ha stabilito che non possono donare sangue non solo i gay, ma gli uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini anche una sola volta dal 1977. E questa volta il divieto non si basa su studi epidemiologici, ma sul fatto che il rapporto sessuale tra uomini, ovvero la penetrazione anale, viene considerato un comportamento a rischio poco inferiore, in termini di pericolosità, dello scambiarsi lo stesso ago tra tossicodipendenti.
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