Milano – In piena campagna elettorale tornano i raid di controllo nei locali notturni milanesi. Sembra che le parole d’ordine di questa amministrazione siano ordine, rigore morale e tutti a letto dopo Carosello. A farne le spese sono ancora una volta i locali e le serate, soprattutto gay. Cerchiamo di fare un breve riassunto di quanto accaduto in questi ultimi anni, un vero bagno di sangue per quanto riguarda il clubbing: controlli a tappeto e chiusura (definitiva) del Binario Uno, sequestro e chiusura de La Nuova Idea, chiusura temporanea del cruising Illumined, controllo a tappeto dei documenti al bar gay friendly Lelephant, chiusura temporanea dell’Hollywood e del Limelight, locale Amnesia, che per anni ha ospitato la serata gay Billy, tuttora sotto sequestro, chiusura temporanea dell’After Line, del Plastic, dell’Alcatraz, del Tocqueville, Shocking Club, dove doveva inaugurare a fine gennaio una nuova serata gay, ancora chiuso. E stiamo andando soltanto a memoria, se ci mettiamo a scorrere le cronache in realtà questa lista potrebbe anche allungarsi.
Inoltre, questo tipo di accanimento nei confronti della movida, guarda caso, si è sempre verificato in modo più eclatante in periodi di campagna elettorale. Nella notte tra venerdì e sabato scorso, altre due serate gay sono finite nel mirino dei controlli. Al nuovo evento settimanale Taboo!, presso il Black Hole di viale Umbria, alle ore 1.15 circa, quando erano già sopraggiunte oltre 400 persone in occasione dell’opening party, è intervenuta la Commissione di Vigilanza in gran completo: Guardia di Finanza, Annonaria, Asl, Vigili del Fuoco e Siae, intralciando in modo palese il regolare svolgimento della serata. Non sembra che siano state riscontrate irregolarità strutturali (che avrebbero potuto benissimo essere controllate e verificate di giorno a locale chiuso) o di altra natura. Sta di fatto che, a causa di suddetti controlli, per un lungo lasso di tempo ai clienti è stato impedito l’ingresso e questo non ha certo giovato a quella che dovrebbe essere l’atmosfera festosa di un party.
Peggio è andata alla nota serata gay That’s All, che da un paio d’anni si svolge tutti i venerdì. All’attuale location del party, il Set Club di via Massarani in zona corso Lodi, la Commissione si è presentata intorno alle 11 di sera e ha addirittura impedito l’apertura del locale, prendendolo in custodia per controlli. Molte erano già le persone arrivate all’ingresso, che sono state quindi rimandate indietro. Quello che ci domandiamo è perché non svolgere tali controlli dal lunedì successivo, invece di impedire lo svolgimento di una serata proprio all’ultimo momento, e senza dare neanche il modo agli organizzatori di trovare un’altra location provvisoria? “Ormai è diventata una lotta trovare posti per fare le serate – racconta Andrea, uno degli organizzatori di That’s All – all’ultimo momento cambiano sempre le carte in tavola, facendoci perdere tempo e molto denaro. Anche all’Alcatraz, dove avevamo iniziato la stagione, è stata la stessa storia. Dopo il sequestro per alcuni mesi, al locale dove si svolgono regolarmente concerti con migliaia di persone, per le serate danzanti è stata concessa la capienza di 193 persone. È ridicolo!”.
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