Applausi convinti hanno accolto alla Berlinale la prima europea di Call Me By Your Name diretto da Luca Guadagnino e tratto dall’omonimo romanzo gay cult di André Aciman.
La nuova pellicola di Luca Guadagnino è stata presentata all’interno della sezione laterale Panorama e quindi, purtroppo, non correrà per l’Orso d’Oro. Dopo il successo di pubblico e critica al Sundance Film Festival si tratta di una conferma.
“Direi che il genere in cui incapsulo questo film è l’idillio – ha spiegato Guadagnino in conferenza stampa – che in realtà non è un genere. Non vedo molti organi in un idillio. Conta la sensibilità e la percezione delle cose più che l’azione, in cui è più importante l’intimità che l’atto sessuale in se stesso”.
Riguardo alla sceneggiatura, scritta dal regista insieme a Walter Fasano e James Ivory, con cui si sono visti spesso nella casa di Guadagnino a Crema, è proprio quest’ultimo a spiegare: “Non c’è stata una vera pianificazione alla base, nessuna particolare strategia. Volevamo rendere il film più semplice possibile, evitare una natura invasiva perché i personaggi potessero esprimersi a pieno e respirare. Volevamo che il cast si sentisse libero da ogni sovrastruttura”.
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Aiuto ci sono già i francesi con il loro cinema a rifare da 30 anni periodicamente sempre lo stesso film sulla "educazione sentimentale" del giovane imberbe i deciso tormentato e tormentante (cit. Arthur Rimbaud) che seduce il o la adulto/a con la sua devastating beauty o beauté maudite. Non si può fare a meno di sto genere? Ah no.. bisogna pur lanciarli sti attori.