38enne attore americano visto nell’iconica serie Sense8, dove interpretaa il ruolo di un poliziotto di Chicago, Will Gorski, Brian J. Smith troneggia su una delle cover di Attitude di questo mese, con ricca coming out al suo interno.
Il bel Brian, visto anche in Stargate Universe, ha ricordato la dura adolescenza vissuta in Texas, impaurito dall’omofobia che pulsava in periferia.
Ero terrorizzato. A scuola non potevo davvero andare da nessuna parte. Non ero un atleta o un secchione. Dimenticatevi associazioni o gruppi LGBT. Non c’era assolutamente nulla. Ero completamente solo. Ho sentito tutti i soprannomi possibili: “fighetta, froc*o”. Non potrei mai essere quello che ero all’epoca. Dovevo costantemente controllarmi, assicurarmi di non guardare qualcuno troppo a lungo, facendolo sentire a disagio. Sono stato molto, molto attento nel dire alla gente la verità su me stesso. Ancora ci penso. Gran parte del lavoro che ho fatto su me stesso riguarda questo. Le cose che mi commuovono, come attore, sono quei ricordi che tornano a galla.
Fortunatamente per lui, tutte quelle insicurezze, quella paura, sparivano in un unico luogo al mondo. Sul palco.
Di fronte a un pubblico diventavo qualcun altro. C’erano 600 studenti a scuola, ognuno dei quali probabilmente pensava che fossi un idiota assoluto, un secchione. Ma sul palco mi prestavano attenzione, vedevano che avevo qualcosa. Ed è allora che non mi sono più sentito solo.
A 30 anni Brian ha fatto coming out in famiglia, ed è rimasto scioccato dalla loro reazione.
Quando ho fatto coming out con i miei genitori sono stati meravigliosi. Dissero che stavano solo aspettando che io dicessi qualcosa. Erano molto più aperti di quanto pensassi. P ensai “Oh, allora questo è il mondo, non è così pericoloso come credevo”.
Salutato Sense8, Brian è tornato da poco in tv grazie a World On Fire, serie BBC One sulla Seconda Guerra Mondiale. Ma se solo potesse, cosa direbbe al suo io più piccolo, che 30 anni fa viveva con il terrore, in Texas? “Vorrei solo abbracciarlo e dirgli, “va tutto bene”. “Non c’erano abbastanza persone, all’epoca, per dirmi:” Non devi essere una persona diversa, non devi cambiare chi sei”. Quello di cui quel bambino aveva bisogno era qualcuno che lo prendesse da una parte e gli dicesse: “Sei perfetto come sei, vai bene così”.
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