“Basta” Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche!”. Sono queste le parole pronunciate da Felice Belloli, presidente della Lega Nazionale Dilettanti durante il Consiglio del Dipartimento Calcio Femminile del 5 marzo. La frase, resa nota dal sito il posto di Carlo Tavecchio , diventato presidente della FIGC tra le polemiche per le sue frasi razziste e sessiste. Tavecchio, infatti, da presidente della Lega Dilettanti, aveva definito le “donne handicappate nel calcio”. Le stesse accuse di sessismo e, ora, anche di omofobia, adesso toccano al suo successore.
Belloli, però, nega. L’attuale responsabile del calcio femminile ha dichiarato all’Ansa che “va dimostrato che quelle parole sono mie”. “Un verbale può essere stato scritto da chiunque – si schernisce -. Bisogna dimostrare che io abbia detto quelle cose e io, ripeto, lo nego”.
Il verbale dello scorso 5 marzo, però, è online e quelle parole sono nero su bianco ad allontanare ogni speranza di un mondo del calcio che possa dimostrarsi inclusivo e fermamente contrario alle discriminazioni.
In rete imperversa la polemica e fioccano le reazioni di utenti indignati.
Il caso è ora al vaglio della Procura Federale a cui il verbale è stato consegnato da vice presidente vicario Antonio Cosentino, che è anche la stessa persona che ha firmato il verbale stesso. Qualcuno si è spinto a chiedere le dimissioni che, però, Belloli non è intenzionato a dare. Sono ancora lontani, insomma, i tempi in cui un calciatore o una calciatrice potranno sentirsi liberi di fare coming out.