CALDE NOTTI DI SPAGNA

Storia, accoglienza e movida. Da Madrid a Siviglia, da Barcellona a Sitges, ecco le capitali iberiche del divertimento, abitate da ragazzi bellissimi con occhi da sogno.

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Ricca di storia e di passioni umane, la Spagna offre ai suoi ospiti quanto di più brioso si possa desiderare, tra testimonianze di un fastoso passato e modernizzazione non solamente dei costumi. Dal nord al sud, questo lembo d’Europa abitato fin dall’epoca preistorica rapisce con profumi di zagare, un popolo brioso, le sue città ricche di meraviglie architettoniche ma anche di locali che al far della notte si incendiano di una moltitudine di persone dalle lingue più varie, migranti da un posto all’altro, insaziabili nel rincorrere la notte dei piaceri e del rilassamento, dominati come sono da ogni forma di divertimento ascritta nel loro DNA.

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E poi i “chicos”, bellissimi, mediterranei, occhi e sguardi che entrano nel cuore simile alla spada che assesta il corpo mortale al toro e nessuno più di loro sa come ammansire carnalità e voluttà.
Pare un gioco del destino ma le prime città fondate dai Fenici nell’800 a.C. furono Elvissa (Ibiza), oggi una delle mete più rinomate del turismo omosessuale, e Cadice. Giunsero poi i Romani e i Visigoti prima che i Mori partiti attraverso lo Stretto di Gibilterra si impadronissero della parte meridionale lasciando segni della loro cultura in tutta l’Andalusia. L’unione di Fernando di Aragona e Isabella di Castiglia porterà la Spagna ad una monarchia legata ai precetti papalini e alla fine del dominio arabo durato quasi 800 anni con i loro harem fatti anche di giovinetti. I piaceri della carne tra persone dello stesso sesso sono banditi e puniti anche se a corte il cardinale Julio Acquaviva si circonda di camerieri che usa a letto, tanto da far girare voci che se fosse diventato Papa, a Roma avrebbero avuto anche una Papessa. La penisola iberica avrà poi un periodo buio con l’Inquisizione, la perdita di colonie importanti come Cuba, Filippine e Portorico e più avanti una dittatura militare che lascerà Francisco Franco al potere per 35 anni. Nel 1976 l’attuale re Juan Carlos istituisce una monarchia costituzionale liberando il paese dal giogo repressivo e restituendo libertà ad un popolo così festaiolo.
Non rimane che partire, non resta che entrare in questa enclave di piaceri dissoluti, quasi senza regole. Madrid potrebbe essere la

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prima tappa. Siamo nella Nuova Castiglia, proprio al centro della Spagna. I madrileni sconvolgono da subito i visitatori con orari e usi fuori da ogni norma. Eppure vale la pena, ancora sonnecchianti, fare un salto al Prado a “salutare” le Maye o entrare come regine nello splendido e pomposo Palazzo Reale. Tra le due meraviglie un parco enorme e curato diventa sosta ristoratrice durante il giorno e luogo di “battuage” di molti madrileni sul far della sera. Qui come altrove nessuno si scandalizzerà nel vedere due ragazzi tenersi per mano o baciarsi. La movida inizia tardi, oltre la mezzanotte e volendo attraversare tutti i peccati carnali non resta che andare al quartiere chueca tra bar, saune e disco che offrono di tutto. Da non perdere la “zarzuela”, un’operetta popolare madrilena recitata anche da briose drag.

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L’Ave, un treno simile ai nostri Eurostar, ma più comodo e veloce, in quasi tre ore porta i suoi viaggiatori a Barcellona, l’affascinante metropoli marina che coniuga arte, storia e cultura con le espressioni più moderne e fantasiose di ogni piacere e divertimento. Ad elencare ogni tipologia di luogo di incontro per i gay ci si perderebbe testa e tempo. Non resta che l’imbarazzo della scelta e i desideri risvegliati da ragazzi dalla pelle vellutata con l’eterna cerveza in mano e il sorriso che fa invidia alla luna prospiciente dal mare.

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Inevitabile e quasi obbligatoria una sosta a Sitges, a circa 20 minuti di treno. Non ha nulla da invidiare alla più celebrata Ibiza in quanto a movida e spiagge dorate appartenenti alla popolazione omosessuale. Del resto tutta la parte iberica che si specchia nel Mediterraneo sembra un’evoluzione di paesi e città desiderosi di accogliere in piena libertà e tolleranza i vacanzieri gay. Valencia, una città di porto, lambita dalla costa dorata con le sue case eleganti tracciate da mano abili che sembrano seguire un percorso architettonico tematico. Motril, a pochi chilometri da Granada, che nelle notti di luna piena fa capire perché gli arabi la amassero così tanto. La magia del posto e quel pianeta lontano che schiarisce la notte sembra voler avvolgere ogni cosa, immensa com’è! Ed ecco Granada, alle falde della Sierra Nevada dalla vocazione ispanico-musulmana. Una città fatta per passeggiare e lasciarsi dondolare dall’arte monumentale, dalla bellezza delle sue fontane e da una luminosità che fatica a spegnersi all’imbrunire. In questa parte della Spagna molti artisti omosessuali che se lo potevano concedere hanno acquistato stupende case che son diventate luogo di riposo e ristoro ma anche di ambite feste notturne.

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E poi Siviglia, la città che più di ogni altra racconta le vestigia dei mori conservate splendidamente per essere donate agli occhi dei tanti visitatori. Ed è qui che la bellezza dei ragazzi andalusi ha la meglio su tutti. E’ qui che tra siesta, fieste e flamenco la sinuosità di corpi agili e freschi sembrano farsi dono meraviglioso: adoni del piacere! C’è tempo durante il giorno per riposare ed essere pronti per notti lunghe e indimenticabili. Qui è d’uso girare con boccali di birra o calici di manzanilla, come se la città fosse un solo ed unico luogo di ricevimento. D’obbligo una serata all’Itaca e un pomeriggio alle terme Hespalis, frequentata da giovani sevilliani. E’ qui, a Siviglia, che dopo la Semana Santa gli abitanti riposano qualche settimana per scatenare una sette giorni di godimento totale con la Feria dove anche i gay e le drag queen hanno posti ambitissimi per accogliere ospiti e amici in un tripudio di cibo, vino e snaccherate che si protraggono oltre l’alba.
Non sarà facile lasciare la Spagna pensando all’Italia. Un paese che è riuscito a fare passi da gigante anche verso le libertà sessuali che fanno la felicità di coloro che visitano la Spagna, le sue bellezze naturali, i suoi ragazzi condottieri d’amore.

di Mario Cirrito

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