Per la prima volta nella sua storia decennale, la Queer Palm è stata attribuita a una donna, Céline Sciamma. Il tradizionale premio lgbtq+ del Festival di Cannes organizzato dal critico Franck-Finance Madureira è andato a Portrait de la jeune fille en feu (Ritratto della giovane ragazza in fiamme) perché “non è solo una storia lesbica ma, prima di tutto, un gran film di cinema. La giuria è stata scossa dalla padronanza artistica che mostra la cineasta e toccata dallo sguardo che lei porta sulla creazione artistica, cuore bruciante di questo film”.
“Siamo stati ugualmente emozionati – continua la motivazione della giuria – dal senso di sorellanza che abita questo film: dal destino dei personaggi al lavoro con le attrici, fino alla squadra tecnica e artistica. Siamo ugualmente molto fieri di attribuire per la prima volta la Queer Palm a una donna”.
‘Portrait de la jeune fille en feu’ è un film interamente al femminile e racconta la storia d’amore tra una pittrice e la sua modella nel XVIII secolo. Costei (Adèle Haenel) rifiuta di essere data in sposa a un uomo sconosciuto e nega il volere della madre (interpretata da Valeria Golino) di farsi realizzare un ritratto di matrimonio da parte di un’artista (Noémie Merlant) che diventerà sua complice e quindi amante.
La giuria presieduta da Virginie Ledoyen e composta da Claire Duguet, Kee-Yoon Kim, Marcio Reolon e Filipe Matzembacher ha anche premiato il cortometraggio ‘La distance entre le ciel et nous’ (‘La distanza tra il cielo e noi’) di Vasilis Kekatos “per il suo approccio sensibile al desiderio, le sue irresistibili performances d’attore e la sua realizzazione magistrale”.